"L'analfabeta che sapeva contare" è un romanzo del 2012 di Jonas Jonasson, giornalista diventato famoso per il suo romanzo di esordio "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve" (che ho recensito qui) da cui nel 2013 è stato tratto anche un film (che ho recensito qui).
Avendo adorato il primo libro, soprattutto per il suo humor assurdo, non mi sono lasciata sfuggire questo secondo sperando di ritrovare lo stesso stile di scrittura.
La protagonista di "L'analfabeta che sapeva contare" è Nombeko, una ragazzina bravissima in matematica nata negli slum di Soweto, nel Sudafrica degli anni '60, durante l'apartheid. Attaverso una serie di avvenimenti talmente folli da risultare realistici, la sua strada incrocia quella di una bomba atomica, di un uomo che non esiste e del re di Svezia.
Come nel primo libro, la trama si innesta su fatti realmente accaduti ed è resa divertentissima dai personaggi bizzarri e da tutta una serie di equivoci.
La scrittura ha un tocco naif dato dai dialoghi in terza persona, che riducono l'immedesimazione, ma aumentano il livello di comicità. Nonostante lo stile divertente si parla di temi seri come il razzismo, la politica sudafricana, cinese e svedese, le armi nucleari, la povertà.
L'ho trovato un romanzo all'altezza del primo, che mi era piaciuto da matti, anche se continuo a preferire "Il centenario" perché ho un debole per i vecchietti che fanno esplodere le cose e perché ho trovato questo più cinico. In ogni caso lo consiglio senz'altro.
Come nel primo libro, la trama si innesta su fatti realmente accaduti ed è resa divertentissima dai personaggi bizzarri e da tutta una serie di equivoci.
La scrittura ha un tocco naif dato dai dialoghi in terza persona, che riducono l'immedesimazione, ma aumentano il livello di comicità. Nonostante lo stile divertente si parla di temi seri come il razzismo, la politica sudafricana, cinese e svedese, le armi nucleari, la povertà.
L'ho trovato un romanzo all'altezza del primo, che mi era piaciuto da matti, anche se continuo a preferire "Il centenario" perché ho un debole per i vecchietti che fanno esplodere le cose e perché ho trovato questo più cinico. In ogni caso lo consiglio senz'altro.
"The Girl Who Saved the King of Sweden" is a 2012 novel by Jonas Jonasson, a journalist who became famous for his debut novel "The Hundred-Year-Old Man Who Climbed Out the Window and Disappeared" (which I reviewed here), which in 2013 was adapted into movie (which I reviewed here).
Having loved the first book, especially for it absurd humor, I couldn't miss this new novel hoping to find the same writing style.
The protagonist of "The Girl Who Saved the King of Sweden" is Nombeko, a math genius girl born in the slums of Soweto, South Africa in the '60s, during the apartheid. Through a series of events so absurd they seem almost realistic, her path crosses that of an atomic bomb, of a man who doesn't exist and of the King of Sweden.
As in the first book, the plot is built on true events and is made funny by quirky characters and a whole series of misunderstandings.
The writing has a naive touch given by the third person dialogues, which reduce the empathy, but increase the level of fun. Despite the amusing tone the book dwells in serious issues like racism, South African, Chinese and Swedish politics, nuclear weapons, poverty.
I found it a novel at the level of the first, that I liked madly, although I still prefer "The Hundred-Year-Old Man" because I have a soft spot for old people who blow up things and because I found this one more cynical. Anyway I would definitely recommend it.
Having loved the first book, especially for it absurd humor, I couldn't miss this new novel hoping to find the same writing style.
The protagonist of "The Girl Who Saved the King of Sweden" is Nombeko, a math genius girl born in the slums of Soweto, South Africa in the '60s, during the apartheid. Through a series of events so absurd they seem almost realistic, her path crosses that of an atomic bomb, of a man who doesn't exist and of the King of Sweden.
As in the first book, the plot is built on true events and is made funny by quirky characters and a whole series of misunderstandings.
The writing has a naive touch given by the third person dialogues, which reduce the empathy, but increase the level of fun. Despite the amusing tone the book dwells in serious issues like racism, South African, Chinese and Swedish politics, nuclear weapons, poverty.
I found it a novel at the level of the first, that I liked madly, although I still prefer "The Hundred-Year-Old Man" because I have a soft spot for old people who blow up things and because I found this one more cynical. Anyway I would definitely recommend it.
2 commenti:
ne ho sentito parlare bene e non vedo l'ora di poterlo leggere..
Ho appena finito il terzo dell'autore, anche quello molto bello, ma preferisco sempre il primo (vecchi che fanno esplodere le cose... quello è il segreto).
Questo probabilmente è il mio secondo in classifica.
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