Desperate Housewives

Desperate Housewives è un telefilm statunitense creato da Mark Cherry e costituito da 8 stagioni, andato in onda dal 2004 al 2012 per un totale di 180 episodi da 45 minuti ciascuno. E' una serie che ha vinto moltissimi premi e ha avuto un enorme successo a livello mondiale.
Si incentra sulle vite di quattro donne, l'artistoide imbranata e moralista Susan, l'ex modella egoista e viziata Gabrielle, la tradizionalista e perfettina Bree e l'autoritaria ex donna in carriera Lynette. Le quattro sono grandi amiche e abitano tutte nel quartiere residenziale di Wisteria Lane. Oltre a loro acquistano di volta in volta importanza vari personaggi del quartiere. Nelle varie serie le quattro protagoniste, oltre ai problemi loro e delle loro famiglie, si trovano a dover affrontare loro malgrado i crimini e i misteri che si nascondono dietro all'aura di rispettabilità del quartiere.
In genere non amo i telefilm che hanno per protagonisti ricchi che hanno tutto, ma riescono comunque a rovinarsi la vita in maniere improbabili (per esempio O.C.) e anche l'idea delle casalinghe non mi attirava. Però le protagoniste, nonostante siano personaggi con caratteristiche molto marcate, sono anche abbastanza umane da permettere di immedesimarsi.
Tuttavia non è per i personaggi che questo è un telefilm geniale. Non è nemmeno per la trama, che, sebbene sia interessante, piena di suspence e colpi di scena, ha dei problemi, soprattutto sul lungo periodo (ad esempio situazioni improbabili, personaggi e situazioni importantissimi in una serie che scompaiono completamente nelle successive e morti assurde di alcuni personaggi).
Quello che rende questo telefilm davvero degno di essere guardato per tutte e otto le stagioni, è il modo in cui la storia viene raccontata. Infatti le vicende del telefilm, soprattutto all'inizio e alla fine di ogni puntata, sono presentate attraverso la voce narrante di un personaggio che si suicida nella prima puntata della prima serie, che interpreta le varie situazioni con un'ironia che ne fa emergere l'assurdità.
L'ho trovata una serie brillante e avvincente e invece di stufarmi con il progredire delle stagioni, non ne avevo mai abbastanza. L'unica cosa che mi ha dato fastidio è una certa morale cristiana strisciante: è normale che i protagonisti essendo WASP (White Anglo-Saxon Protestants) abbiano un modo di pensare di quel tipo, ma varie volte le loro scelte paiono frutto di una morale affrontata acriticamente già al momento della sceneggiatura. Per esempio durante la serie una serie di persone rimangono incinte senza desiderarlo: non si parla praticamente di anticoncezionali e pillole del giorno dopo e l'idea dell'aborto non viene nemmeno accennata. La scelta è sempre se tenere il bambino o darlo in adozione e che quella giusta sia tenerlo risulta evidente dal principio. Anche su divorzi, matrimoni, ecc. c'è un'impronta di questo tipo, mentre invece si dà spazio all'omosessualità.
Ringrazio ancora tantissimo la mia amica Ade per avermi fatto scoprire questa serie e per essersela rivista tutta insieme a me. Ora abbiamo cominciato Breaking Bad...

Desperate Housewives is an American TV series created by Mark Cherry that consists of eight seasons, which aired from 2004 to 2012 for a total of 180 episodes of 45 minutes each. It's a series that won many awards and was a huge success worldwide.
It focuses on the lives of four women, the clumsy artsy and moralist Susan, the selfish and spoiled former model Gabrielle, the traditionalist and prissy Bree and the authoritarian former career woman Lynette. The four are great friends and live in the residential neighborhood of Wisteria Lane. In addition to them from time to time various characters of the neighborhood gain importance. In the various series the four protagonists, in addition to their problems and those of their families, have to deal with the crimes and mysteries hidden behind therespectability  aura of the neighborhood.
Generally I do not like shows that feature rich people who have everything, but still manage to ruin their life in improbable ways (eg OC) and also the idea of housewives didn't attract me. But the protagonists, despite having marked characters, are also human enough to allow the viewer to empathize.
However it isn't a brilliant series for the characters. Not even for the plot, which, although it is interesting, full of suspense and twists, has problems, especially in the long term (for example unlikely situations, characters and situations important in a season that disappear completely in the next and absurd deaths of some characters).
What makes this show truly worthy of being watched for all eight seasons, is the way the story is told. In fact, the events of the series, especially at the beginning and end of each episode, are presented through the narration of a character who commits suicide in the first episode of the first series, who interprets the various situations with an irony that brings out their nonsense.
I found it a brilliant and compelling series and rather than getting bored with the progress of the seasons, I had never enough of it. The only thing that bothered me was some creeping Christian morality: it is normal that the protagonists, being WASP (White Anglo-Saxon Protestants) have a way of thinking of that type, but several times their choices seem to be the result of a moral uncritically estabilished already at the time of the script. For example, during the series a number of people get pregnant without desiring it: in the series contraceptives and morning-after pills are almost omitted, and the idea of abortion is not even mentioned. The choice is always whether to keep the baby or give him up for adoption and that the right choice is to keep him is evident from the beginning. There is an impression of this kind also on divorces, marriages, etc., but instead is given space to homosexuality.
I thank a lot again my friend Ade for making me discover this series and for watching it all again with me. Now we started Breaking Bad ...