"A volte ritorno" (in originale è "The Second Coming") è un libro del 2011 dello scrittore scozzese John Niven. In Italia è stato pubblicato nel 2012 da Einaudi.
Si tratta di un romanzo che vuole fare critica sociale tramite un'ironica ripresa moderna della storia di Gesù Cristo come viene raccontata dai vangeli.
Questa è la trama: Dio, in pieno Rinascimento, vedendo che sulla Terra va tutto a gonfie vele, va in vacanza per una settimana, che corrisponde a cinque secoli terrestri. Quando torna in ufficio si accorge che mentre era via tutto è andato a rotoli: genocidi, inquinamento, preti pedofili... Dio si incavola veramente tanto. Il dilemma è se distruggere tutto o se rimandare giù suo figlio, quel capellone strafatto di erba di Gesù e alla fine decide per quest'ultima opzione, anche se Gesù, visti i risultati della volta prima, non è molto convinto. Il poverino rinasce negli Stati Uniti e cerca di dare una mano ai disadattati, agli emarginati e ai perdenti. Nel tentativo di fare arrivare al mondo il suo messaggio ("fate i bravi!"), finisce a fare il concorrente in un talent show musicale.
Il genere di umorismo del libro ricorda un po' "Brian di Nazareth" dei Monty Pythons. Il risultato è simpatico, in particolare i personaggi (soprattutto Gesù) sono molto umani e l'ironia coglie nel segno. Ma il libro ha un grande difetto: Niven nel fare critica si eleva a detentore della verità assoluta, moralmente superiore rispetto ai suoi lettori, il che è piuttosto fastidioso anche condividendo in gran parte le sue idee (figuriamoci in caso contrario). Ho trovato anche che il fatto che Gesù e papino fumassero e bevessero di tutto in continuazione (dicendo anche parolacce!), fosse troppo forzato, con intenti scandalistici.
In definitiva però lo promuovo, anche perché ho un debole per l'uso delle narrazioni religiose in contesti diversi da quelli tradizionali (adoro la fantascienza religiosa per esempio). E' un romanzo che riesce a veicolare idee sociali interessanti in maniera brillante, senza mai stufare.
Da evitare se siete cristiani di destra.
"The Second Coming" is a 2011 book by the Scottish writer John Niven.
It is a novel that wants to make social criticism through a funny modern version of Jesus Christ's story as told by the Gospels.
This is the plot: God, in High Renaissance, seeing that on Earth all is going well, goes on vacation for a week, which corresponds to five centuries in our world. When he returns to the office he realizes that while he was away everything degenerated: genocide, pollution, pedophile priests... God is really, really angry. His dilemma is whether to destroy everything or to send us again his son, the long haired dope lover Jesus, and ultimately he decides for the latter option, though Jesus, seen the results of the first time, is not very convinced. The poor man is reborn in the United States and tries to help the disadvantaged, marginalized and losers. In an attempt to get his message to the world (that is to be kind with each other), he ends up competing in a musical talent show.
The kind of humor of the book reminds a bit of "Life of Brian" by Monty Pythons. The result is nice, especially the characters (in particular Jesus) are very human and the irony works. But the book has a big defect: Niven criticize as he knows the absolute truth, and is morally superior to his readers, which is rather annoying, even if you share his ideas (and I suppose much worst otherwise). I also found the fact that Jesus and his daddy smoke and drank all the time (also swearing!) was a bit forced, with the intention of shocking the readers.
In the end, however, I promote it, also because I have a soft spot for the use of religious narratives in contexts other than traditional ones (for example I adore religious science fiction). It is a novel that manages to talk about interesting social ideas in a brilliant, never boring way.
Avoid it if you are a Christians rightist.
4 commenti:
Io l'ho amato. :)
In effetti ti vedo tantissimo a ghignare mentre lo leggi!
L'ultima frase mi ha stesa ahahahahahahah XDXD Comunque da come me ne parlasti sembra un libro da leggere, magari non è un capolavoro ma ci sta.
@RagazzAcidella: sì, a me è piaciuto, l'ho trovato molto carino.
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