Il visconte di Bragelonne è l'ultimo libro della trilogia dei moschettieri, scritta da Alexandre Dumas. Ne sono stati tratti tantissimi film di cui i più famosi si concentrano sull'episodio della maschera di ferro (io ricordo in particolare La maschera di ferro di Randall Wallace, del 1998, che è il primo film in cui ho apprezzato Di Caprio - probabilmente per via dei capelli lunghi).
Come gli altri due, questo romanzo è stato pubblicato per la prima volta su di un quotidiano (a partire dal 1847) e l'opera finale risente molto di quest'impostazione nella sua lunghezza, circa tre volte il primo della saga, e nel suo carattere episodico, privo di una solida struttura di fondo.
Athos, Porthos, Aramis e D'Artagnan (che ho scoperto essere realmente esistito) continuano ad essere i protagonisti, ma ci sono moltissimi altri personaggi e di conseguenza tantissime sottotrame che si intrecciano. Dei vari personaggi ho trovato abbastanza inutile quello che dà il nome al romanzo, Raul de Bragelonne, figlio di Athos, che non fa niente se non essere un Gary Stu per poi passare a deprimersi terribilmente a seguito di un certo episodio.
Il vero argomento del libro è l'inizio del regno di Luigi XIV, il re sole. Tuttavia l'opera può essere suddivisa in tre filoni narrativi principali: la prima parte è quasi un'avventura a sé e si concentra sulle sorti di Carlo II, re d'Inghilterra in esilio. La seconda è ambientata alla corte di Luigi IV fra intrighi amorosi e assurde regole di etichetta. La terza tira le fila di tutte le trame ed è la più avventurosa, ma è anche molto triste. E' quella che contiene l'episodio della maschera di ferro, che rispetto al totale è sorprendentemente breve.
La prima parte è carina e rocambolesca, ma si sente che è solo un'introduzione e nella terza mi ha lasciato di sasso il fallimento di piani astutissimi per mere questioni di etichetta. In più il finale mi ha rattristato molto. A posteriori sono contenta di non averlo letto da bambina perché ci sarei rimasta malissimo.
La parte che ho preferito è la seconda, che è la più leggera e quella che descrive meglio i costumi (anche quelli più assurdi) dell'epoca. Ci sono principi che indossano gioielli rubati alle mogli, botole segrete, balli in maschera, cacce alle farfalle, aitanti giovani che si strappano di dosso i pizzi in impeti di collera e regole di cortesia che al giorno d'oggi risultano incomprensibili. E' noto che Dumas avesse un team che gli faceva le ricerche storiche, per cui, oltre ad essere molto vivide, le ricostruzioni dell'epoca sono accuratissime.
In definitiva è un libro in cui si sente l'assenza di una vera e propria struttura (in quanto uscito a puntate), ma che è scritto benissimo ed è molto coinvolgente. I personaggi sono eccessivi talvolta fino al ridicolo, ma sono molto ben caratterizzati e non perdono mai la loro umanità. Il visconte di Bragelonne è un must per i fan di Dumas e dei tre moschettieri (ma anche per gli appassionati del Re Sole). L'unica avvertenza è che va letto dopo gli altri due della saga perché presuppone che il lettore conosca quanto accaduto prima.
Sconsiglio di leggerlo a chi non ha pazienza, vista la lunghezza (anche se bisogna dire che pezzetto per pezzetto la storia avanza e ci sono pochissime parti prive di azione), a chi fa fatica a tenere a mente tanti personaggi e sottotrame e ai maniaci del lieto fine.
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The Vicomte of Bragelonne is the last book in the trilogy of the Musketeers by Alexandre Dumas. It inspired many films of which the most famous focus on the episode of the Iron Mask (I remember in particular the 1998's The Man in the Iron Mask by Randall Wallace, which is the first film in which I appreciated Di Caprio - probably because of the long hair).
Like the other two, this novel was published for the first time on a newspaper (starting from 1847) and the final work is affected by this approach in its length, about three times the first of the series, and in being episodic, lacking a solid underlying structure.
Athos, Porthos, Aramis and D'Artagnan (which I discovered really existed) continue to be the protagonists, but there are many other characters and consequently many subplots that intertwine. Of the various characters I found quite useless the one that gives the name to the novel, Raul de Bragelonne, son of Athos, who doesn't do anything except being a Gary Stu and then became terribly depressed as a result of a certain happening.
The real subject of the book is the beginning of the reign of Louis XIV, the Sun King. However, the work can be divided into three main narrative branches: the first part is almost a self contained adventure and focuses on the fate of Charles II, exiled King of England. The second is set at the court of Louis IV and it's all about romantic intrigues and absurd etiquette rules. The third pulls the strings of all the plots and is the most adventurous, but it is also very sad. It's the one that contains the episode of the Iron Mask, that is surprisingly short out of the total.
The first part is nice and venturesome, but it can be felt that it is only an introduction and in the third left me stunned the failure of super sly plans for simple matters of etiquette. In addition the ending made me sad. In retrospect I'm glad not to have read it as a child because I would feel too sorru.
The part I liked most is the second, which is the lightest and the one that describes best the costumes (even the most absurd ones) of the era. There are princes that wear jewelry stolen from their wives, secret doors, masked balls, butterflies hunts, hansome young men who tear off the lace of their blouses in outbursts of anger and nowadays incomprehensible rules of courtesy. It's known that Dumas had a team that did historical research for him, so, in addition to being vivid, the reconstructions of the time are also very accurate.
Ultimately it is a book in which can be felt the lack of a real structure (because of it's episodic release), but it is written very well and is really engaging. The characters are sometimes excessive, but they are very well characterized and never lose their humanity. The Vicomte de Bragelonne is a must for fans of Dumas and of the three musketeers (but also for Sun King fans). Put pay attention to read it after the other two of the series because it assumes that the reader knows what happened before.
I advise against it to who doesn't have patience, given the length (although it must be said that bit by bit the story progresses and there are few parts with no action), who struggles to keep in mind many characters and subplots and happy ending fanatics.
2 commenti:
WOW! che bello sentir parlare di questo libro, della trilogia forse quello che ho amato di più e che mi ha fatto piangere di più perché era l'ultimo e avrei dovuto salutare i miei "amici" moschettieri...
L'ho letto d'estate tanti, tanti anni fa... Credo di poter dire che sia uno dei libri più appassionanti e "cinematografici" che abbia mai letto 8ricordo ancora l'inseguimento di Fouquet a cavallo, mi sembrava di vederlo davanti ai miei occhi..
Anni dopo ho fatto uno piccola "tesina" sulla trilogia dei moschettieri agli esami di maturità, allacciando storia e letteratura francese...
Mi dispiace che non ti sia piaciuto del tutto, è anche una questione di aspettative e di differenze tra generazioni. Comunque tutti i romanzi di Dumas (soprattutto quelli dei moschettieri) uscivano a puntate, erano i Feulleton in allegato ai quotidiani dell'epoca.. Una cosa che in Italia è mancata, infatti da noi una letteratura popolare manca, anzi..la nostra letteratura popolare è stata quella francese..da secoli tutti gli italiani sanno chi è D'Artagnan!
Che bella la tua tesina!
A livello personale, nonostante il finale (sniff) mi è piaciuto, ma secondo me letto come volume unico ha una struttura imperfetta. Ovviamente è per via dell'uscita a puntate, quindi non è una critica al libro come è stato pensato, ma al libro come viene proposto oggi (non che avrei voluto leggerlo a puntate, è troppo appassionante).
Verissimo! Ma pensiamo anche a Dickens!
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