"Cotto a puntino: appunti per una cucina migliore" (in originale "À boire et à manger") è un libro di cucina a fumetti del 2012 di Guillaume Long, che raccoglie le vignette fatte dal fumettista e gastronomo per il blog del celebre giornale francese "Le Monde" (ecco il link al suo blog per chi mastica il francese: http://long.blog.lemonde.fr/)
E' lungo 137 pagine e in Italia è edito da Bao al prezzo di 15€.
Il libro è diviso in sezioni corrispondenti alle quattro stagioni, una cosa che ho molto apprezzato perché per me il cibo è intrinsecamente legato al periodo dell'anno in cui in genere viene preparato. Così abbiamo per esempio la fonduta al formaggio in inverno e l'insalata di pomodori in estate.
I capitoletti che compongono il volume sono tutti abbastanza corti, dalla striscia a poche pagine, e sono differenziati in base all'argomento grazie a dei simboli: ci sono ricette di tre diversi livelli di difficoltà, liste utili per chi vuole dedicarsi alla cucina (ho trovato favolosa in particolare quella delle verdure di stagione, visto che io non le so mai), recensioni di ristoranti, consigli di due diversi cuochi e una categoria che raccoglie quel che non rientra nelle precedenti.
In realtà ho trovato particolarmente affascinante un argomento non categorizzato, ovvero i diari di viaggio, che però si distinguono per una differente colorazione della carta e i disegni monocromatici. In questo volume vengono raccontate una settimana a Budapest e una a Venezia.
Ma la particolarità di questo libro non è solo parlare di cucina a fumetti, è soprattutto nell'approccio con cui Long ne parla, che è carico di ironia e secondo me è il punto forte del libro. Possiamo quindi vedere l'autore importunare un suo amico chef per avere consigli, esaltarsi di fronte ad un trita-aglio e sbavare di fronte ad un piatto prelibato (cosa che me lo ha fatto sentire vicino).
Invece i disegni sono estremamente espressivi ed efficaci, ma non sono particolarmente belli: basta guardare le mani in copertina (ma anche il cucchiaio o la lingua) per accorgersene.
Un altro punto importante da prendere in considerazione sono le ricette e i consigli di cucina: i consigli sono quasi tutti molto utili, e delle ricette la maggior parte sono effettivamente fattibili, mentre alcune mi hanno lasciato perplessa riguardo alla reperibilità degli ingredienti (ravanello nero? dente di leone?) e altre sull'effettivo sapore del risultato (anguria e feta? Davvero?). Poche mi hanno lasciato davvero la voglia di provarle.
Nonostante le perplessità che vi ho detto, è un libro che mi è piaciuto molto e che mi sento di consigliare agli amanti della gastronomia e dei fumetti (o anche solo della gastronomia, ma NON solo dei fumetti per via dell'argomento e dei disegni bruttini).
"À boire et à manger" (to eat and drink) is a 2012 comic cookbook by Guillaume Long, that collects the comics made by the cartoonist and gastronome for the blog of the famous French newspaper "Le Monde" (here is the link to his blog for people who know French http://long.blog.lemonde.fr/).
It was translated in italian, german and spanish, but, from what I know, not in English yet.
The book is divided into sections corresponding to the four seasons, one thing that I really appreciated because for me food is intrinsically linked to the time of year in which it is usually prepared. So, for exampl,e we have cheese fondue in winter and tomato salad in summer.
The chapters that make up the volume are all fairly short, from a strip to few pages, and are differentiated by topic through symbols: there are recipes with three different difficulty levels, useful lists for people who want to cook (I found really gret in particular the one about seasonal vegetables, because I never remember them), restaurant reviews, tips of two different chefs and a category that collects the stuff that is not within the previous ones.
Actually I found particularly fascinating a topic that isn't categorized, that of travel diaries, but they are recognizable by a different paper color and monochrome drawings. In this volume there are two about a week in Budapest and one in Venice.
But the peculiarity of this book is not just that it's a kitchen book made of comics, is mainly in Long's approach, which is full of irony and in my opinion is the strong point of the book. So we can see the author pestering his chef friend for advice, geting excited in front of a garlic mincer and drooling in front of a delicious dish (which made me feel close him).
Instead, the drawings are very expressive and effective, but are not particularly beautiful: you just have to look at the hands on the cover (and also at the spoon or the tongue) to notice it.
Another important point to consider are the recipes and cooking tips: the tips are almost all very helpful, and most of the recipes are actually feasible, while some left me puzzled about the availability of the ingredients (black radish? Dandelions?) and other on the actual flavor of the result (watermelon and feta? Really?). Few left me really wanting to try them.
Despite these concerns, it is a book that I loved and that I would recommend to lovers of gastronomy and comics (or even just of gastronomy, but NOT just of comics because of the subject and of the not so beautiful drawings).
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