Il programma del terzo giorno si focalizzava su moschee e bazaar, ma, visto che le moschee si visitano velocemente, siamo riusciti a vedere molto più di quello che avevamo preventivato.
Andando a piedi verso il bazaar delle spezie abbiamo deciso di fermarci a visitare la Yeni Cami, la moschea nuova (anche se la sua costruzione è iniziata a fine 1500), che affacciandosi sul Bosforo è un elemento distintivo della silouhette di Istanbul.
The program of the third day focused on mosques and bazaars, but, the mosques can be visited quickly, we got to see a lot more than what we tought.
Going by foot to the spice bazaar we decided to stop and visit the Yeni Cami, the new mosque (though its construction began in late 1500), overlooking the Bosphorus which is a hallmark of the silouhette of Istanbul.
Ci siamo poi diretti alla piccola e nascosta moschea di Rüstem Paşa, vicinissima al bazaar, che è invisibile dalla strada e va raggiunta salendo una rampa di scale. La moschea è stata finita di costruire nel 1563 ed è un'opera del celeberrimo architetto Mimar Sinan, di origine albanese, che supervisionò la costruzione di tutti i più importanti edifici dell'impero ottomano. Il committente invece, Rüstem Paşa, era un visir del sultano Solimano il magnifico, ed era noto per i suoi intrighi.
La moschea, anche se piccola, ci è piaciuta molto e io l'ho trovata una delle più belle. Forse è anche perché essendo nascosta è priva delle masse di turisti che affollano le più grandi e riesce a trasmettere una sensazione di pace. In particolare bisogna prestare attenzione alle splendide piastrelle, che risalgono al momento di massimo splendore di quest'arte.
We then headed to the small and hidden Rustem Paşa Mosque, close to the bazaar, which is invisible from the street and must be reached by a flight of stairs. The mosque was finished in 1563 and is a work of the famous architect Mimar Sinan, of Albanian origin, who oversaw the construction of the most important buildings of the Ottoman Empire. The client however, Rustem Paşa, was a vizier of Sultan Suleiman the Magnificent, known for his intrigues.
We loved the mosque, although small, and I found it to be one of the most beautiful. Perhaps it is also because, being hidden is devoid of the masses of tourists that flock to the biggest ones and manages to convey a feeling of peace. In particular, we must pay attention to the beautiful tiles, which date back to the moment of maximum splendor of this art.
Abbiamo poi visitato il vicino bazaar delle spezie, che sostanzialmente è un antico mercato coperto, affollato e colorato, ma dall'aspetto molto turistico. Oltre alle spezie venivano venduti anche dolci e c'erano negozi che con le spezie non c'entravano niente. Io ho provato a comprare dell'hennè, ne ho preso mezzo chilo a pochissimo per gli standard italiani (probabilmente a tanto per i locali), 7,5TL. L'ho già provato e, nonostante un primo spavento, è stato un ottimo affare (potete leggere le mie disavventure con l'hennè turco qui).
Il vero movimento però è fuori dal bazaar, dove la folla è più densa, i prezzi più bassi e da quel che ho capito comprano anche i turchi stessi. Abbiamo scoperto poi che la stessa cosa succede per il gran bazaar. All'esterno del bazaar delle spezie si vendono anche salumi e formaggi tipici, che, se fossimo stati in una sistemazione con cucina, mi avrebbero molto tentato.
In seguito ho scoperto che un buon posto dove comprare le spezie ad almeno metà prezzo rispetto al bazaar sono i negozi in İtfaiye Caddesi, vicino all'acquedotto di Valente. L'unico problema è linguistico, i nomi sono scritti solo in turco, per cui bisogna prima cercarsi la traduzione di quel che interessa comprare.
We then visited the nearby spice bazaar, which basically is an old covered market, busy and colorful, but very touristic. In addition to the spices there were also sold sweets and there were shops that had nothing to do with spices. I only dared to buy henna, I bought half a kilo a for really cheap by Italian standards (probably a lot for the locals), 7,5TL. I've tried it and, despite an initial fright, it was a great deal (you can read my misadventures with turkish henna here).
The real action, however, is out of the bazaar, where the crowd is thickesr, the prices lower and from what I understand, where also Turks themselves shop. We found out later that the same thing happens for the grand bazaar. Outside the spice bazaar are also sold meats and cheeses, which, if we were in a place with a kitchen, I would have liked to try.
I later found out that a good place to buy spices at least for half the price compared to the bazaar are the shops of Itfaiye Caddesi, near the aqueduct of Valens. The only problem is the language, the names are written only in turkish, so one must first look for the translation of what he is interested in buying.
Ci siamo poi diretti verso la moschea di Solimano, ma siamo arrivati che il muezzin stava chiamando alla preghiera. Visto che durante gli orari di preghiera, giustamente, i turisti non sono ammessi, abbiamo deciso di cercare sulla fedele Lonley un posto dove mangiare.
Abbiamo optato per un locale specializzato in fagioli proprio lì di fianco, il Kuru Fasülyecİ Erzincanlİ Alİ Baba in Prof Sıddık Sami Onar Caddesi 11. Abbiamo mangiato a uno dei tanti tavolini all'aperto riparati dagli ombrelloni, scegliendo il menù da 9TL (la bellezza di 3€) che includeva un piatto dei loro famosi fagioli bianchi con salsa speziata al pomodoro in stile anatolico, un piatto di riso pilaf di accompagnamento e un'insalata o un piatto di sottaceti. Ci sono piaciuti molto!
We then headed towards the mosque of Suleiman, but when we got there the muezzin was calling to prayer. As during the times of prayer, rightly, tourists are not allowed in mosques, we decided to search on our faithful Lonley for a place to eat.
We opted for a place right next door specialized in beans, the Kuru Fasülyecİ Erzincanli Ali Baba in Prof Siddik Sami Onar Caddesi 11. We ate at one of the many outdoor tables sheltered by umbrellas, choosing the 9TL menu (around 3€) which included a plate of their famous white beans with spicy Anatolian-style tomato sauce, a dish of pilaf rice and a side dish of salad or pickles. We liked it a lot!
Dopo pranzo siamo riusciti a visitare l'interno della moschea, di cui però mi ha colpito di più la struttura esterna, con la sua perfetta armonia di pieni e di vuoti. Abbiamo visto anche le tombe del sultano Solimano il magnifico e della sua famosa moglie Rossellana, che da figlia di un prete rapita in Circassia, una zona del Caucaso, è assurta alle vette del potere nell'impero ottomano.
Appena all'esterno delle mura, abbiamo visto anche la tomba del famosissimo architetto Mimar Siman, autore anche di questa moschea.
After lunch we were able to visit the interior of the mosque, which, however, struck me less than the external structure, with its perfect blend of full and void. We also saw the tombs of Sultan Suleiman the Magnificent and his famous wife Rossellana, who was a daughter of a priest kidnapped in Circassia, an area of Caucasus, who rose to the heights of power in the Ottoman Empire.
Just outside the walls, we also saw the grave of the famous architect Mimar Siman, who was also the author of this mosque.
Ci siamo poi diretti al famoso gran bazaar, che è molto vicino alla moschea. L'interno dello storico edificio era molto vasto, ma non molto affollato e al suo interno abbiamo visto soprattutto turisti. Invece nelle vie appena fuori c'era un caos incredibile dovuto ai numerosissimi negozietti che hanno banchi anche sulla strada. Perfino io che sono una shopalcolista sono rimasta traumatizzata e non ho comprato niente (anche perché odio contrattare e nella maggior parte dei casi non c'erano prezzi esposti).
Siamo usciti dal dedalo di fianco alla moschea Nuruosmaniye, in stile barocco ottomano, e siamo riusciti a visitarla al volo appena prima della preghiera del pomeriggio. L'abbiamo trovata carina, ma non imperdibile.
We then headed to the famous grand bazaar, which is very close to the mosque. The interior of the historic building was very large, but not very crowded and inside we saw mostly tourists. Instead, in the streets just outside there was a incredible chaos due to the many shops that have benches even on the road. Even I, a shopalcolist, was traumatized and I did not buy anything (also because I hate haggling, and in most cases there were no prices tags).
We exited the maze next to the Nuruosmaniye mosque, in Ottoman Baroque style, and were able to visit it on the fly just before the afternoon prayer. We found it nice, but not a must.
Per fare il pieno, la sera siamo tornati all'ostello attraverso l'Arasta bazaar, un bazaar con negozi dall'aria lussuosa, specializzati in tappeti, artigianato e prodotti da bagno, che era decisamente più tranquillo degli altri due. Dato il tono dei negozi non ho nemmeno provato a chiedere i costi, ma mi sono limitata ad ammirare i tombini coperti di piastrelle.
To complete the tour, that evening we returned to the hostel through the Arasta bazaar, a bazaar with luxury looking shops, specialized in carpets, handicrafts and bath products, which was much quieter than the other two. Given the tone of the shops I didn't even try to ask the cost, but I simply admired the tiles covered manholes.
A cena siamo tornati nella strada del primo giorno, Hocapaşa Sokak, ma fermandoci in un altro ristorantino (l'ultimo locale della strada prima di Ankara Caddesi), dove abbiamo mangiato dei deliziosi spiedini kebab serviti con una piadina, cipolla e una salsa piccante per comporre a piacere il proprio pasto.
Dopo cena finalmente siamo stati raggiunti all'ostello dalla nostra sfortunata coppia di amici e ci siamo fermati a bere un tè nel ristorante annesso, programmando le giornate successive.
For dinner we returned to the road on the first day, Hocapaşa Sokak, stopping off at another restaurant (the last of the street before Ankara Caddesi), where we ate delicious kebab skewers served with flat bread, onion and a spicy sauce to allow the costumers to compose their own meal.
After dinner we were finally reached at the hostel by our unfortunate couple of friends and we drank tea in the adjoining restaurant, planning the following days.
5 commenti:
Le moschee con le loro forme tondeggianti sono davvero belle!
La sola parola BAZAR mi fa venire la pelle d'oca dall'emozione.. ahahah!
Ho fotografato anche io quelle lampade stupendissime (se avessi una casa mia ce le metterei senz'altro).. però l'ho fatto ad una fiera di cui parlerò presto.. non ho nemmeno il tempo di comporre il post.. ;_;
Anche a me piacciono tanto le moschee!
Io avrei voluto comprare una lampada, ma la Pelosa Metà me l'ha impedito e non aveva tutti i torti...quelle lampade non fanno molta luce e c'era il rischio che si danneggiasse in valigia.
Anch'io sono rimasta indietro con il blog, per non parlare della lettura di quelli degli altri ^^'
Che belle le piastrelle della moschea ! Io avrei fatto scorta di spezie, anche se poi non avrei saputo come usarle.. Magari anche di enné :-)
Off topic: ieri sono stata al museo degli ebrei di Londra, il cibo kosher, ho mangiato una specie di polpettina che sapeva un po' di patata, un po' di tonno.. Sai mica cos'è?
@Clyo: delle spezie le ho comprate ma non lì :D Dell'hennè non capendo la lingua e non essendoci istruzioni avevo un po'paura, a posteriori ne avrei preso almeno il doppio, ma già così dovrebbe bastarmi almeno per un anno.
Sulle polpette ammetto ignoranza, nonostante le origini non mangio kasher e conosco pochissime ricette tradizionali ebraiche. Però ho trovato qualcosa che potrebbe corrispondere: http://oukosher.org/recipes/tuna-fish-balls-fish/
Boh.. La mia amica diceva che non sentiva il tonno, piuttosto patate e spinaci.. Io avrei detto melanzane. In ogni caso era davvero difficile da decifrare XD e a parte la crosta, era gommoso come un mochi ma meno colloso. Comunque buono ;-D
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