Questo post sullo stile ganguro è basato sul saggio "Black is beautiful: il look delle ganguro-gyaru" di Toshio Miyake, contenuto nella raccolta di saggi del 2001 "La bambola e il robottone", a cura di Alessandro Gomarasca. I miei commenti sono tra parentesi quadre. Se volete approfondire potete farmi domande (il libro è fuori commercio e fra breve dovrò restituirlo alla biblioteca), sperando di essere in grado di rispondere.
A questo post descrittivo farà seguito un post che tenterà di spiegare questa moda in termini antropologici e sociologici.
Nel 1997 appaiono le ganguro, che domineranno la scena gyaru fino al 1999. Il tratto distintivo di questo stile è la pelle scura, che viola il tabù femminile della pelle diafana, simbolo per eccellenza della ragazza per bene in Giappone. Le ganguro continuano ad appartenere prevalentemente ai ceti medio-bassi, ma questo stile oltrepassa i confini demografici che prima delimitavano il fenomeno gyaru, arrivando a comprendere dalle teenager kogyaru alle gyaru-mama, madri che seguono lo stile gyaru.
Dal contatto con altri stili di strada le ganguro assimilano tratti caratteristici: la passione per l'abbronzatura dei surfisti e la fascinazione dance-musicale per la cultura afro-americana. La diffusione commerciale e mediatica di questi gusti è esemplificata dal successo dalla cantante Namie Amuro, che ha scatenato un fenomeno di imitazione di massa. Rispetto allo stile Amuro, però, le ganguro manifestano tratti molto più esasperati.
Per descrivere il nuovo stile si usano tre termini: ganguro, cioè gan (viso) kuro (scuro) o gangan (molto) kuro (scuro), che è il termine più generico e ricorrente, gonguro, gon (super) kuro (scuro), e yamamba [spesso abbraviato in mamba], "strega di montagna", una figura della tradizione popolare giapponese canonizzata nei teatri nō e kabuki.
Le yamamba portano all'estremo le caratteristiche del nuovo stile. Il colore di capelli di ganguro e gonguro oscilla fra il castano e il biondo, quello delle yamamba è ancora più chiaro, spesso argenteo o bianco con riflessi policromatici. Per accentuare la pelle scura le yamamba si dipingono attorno agli occhi dei cerchi bianco-rosa o bianco-azzurri, a volte arricchiti con brillantini, e spesso usano colori simili anche per le labbra (questo trucco viene chiamato panda o negafirumu-negative film). Le zeppe, che per le ganguro vanno dai 10 ai 20 cm, per le yamamba possono arrivare fino ai 25, con conseguenti barcollamenti ed incidenti, spesso anche gravi.
Il look ganguro è una combinazione di infantilismo e sex appeal, una sintesi quasi caricaturale della figura della lolita passiva, dolce e asessuata e di quella della donna sessualmente aggressiva, la bodikon degli anni '80: colori primari o pastello, accessori di personaggi kawaii come Hello Kitty e fiocchi si combinano a capi attillati e ad un'esibizione generosa del corpo. Lo stile si suddivide a sua volta, indipendentemente dall'età anagrafica, in:
1) barbie, caratterizzato da calzettoni allentati, colori in tinta unita (rosa, rosso, giallo, bianco), materiali sintetici e vestiti corti
2) roko (contrazione di local), che risente dell'influsso surfer ed è più sportivo e natural-etnico, caratterizzato da minigonne (soprattutto di jeans), t-shirt con disegni floreali o a pois, accessori di legno e colori chiari [un brand ancora esistente che si rifà a questo stile è Cocolulu]
3) retoro (retrò), si rifà agli anni '70 con influenze hippie e psichedeliche, caratterizzato da pantaloni a zampa di elefante, capi di seconda mano, camicie arcobaleno [un brand ancora esistente che si rifà a questo stile è Laguna Moon]
4) otona, oneesan, shisuta (adulto) è lo stile ritenuto più sexy e cool, caratterizzato da gonne fino alle ginocchia, colori più scuri e tacchi altissimi al posto delle zeppe. Di questo stile fanno parte le burakkukei, cioè le gyaru che si rifanno esplicitamente al modello etnico e agli stili R&B, funky e hip-hop degli afroamericani, con capelli dread, capi attillatissimi e trucco scuro su occhi e labbra.
L'inverno 1999-2000 ha segnato la vetta della popolarità dello stile ganguro, ma ha anche dato avvio ad un successivo riflusso. Per prima cosa sono scomparse quasi del tutto le yamamba e si è affermata una versione soft del ganguro, diffusasi talmente tanto che il prefisso ganguro nel termine ganguro-gyaru è diventato inutile. Il consumismo indiscriminato è stato soppiantato dal gusto per l'usato, il revival e il fai da te. [Al momento in cui scrivo il ganguro è morto e sepolto e la maggior parte delle gyaru sfoggia una pelle bianca o al massimo moderatamente abbronzata. Rimane lo strascico di qualche tendenza e i marchi e le riviste che hanno saputo adattarsi]
This post about ganguro style is based on the essay "Black is beautiful: il boom delle ganguro-gyaru" (Black is beautiful: the ganguro-gyaru boom) by Toshio Miyake, published in the 2001 collection of essays "La bambola e il robottone" (the doll and the giant robot), by Alessandro Gomarasca. My comments are in brackets.
If you want to know more you can ask me questions, hoping to be able to answer.
This descriptive post will be followed by an anthropological and sociological interpretation of this phenomenon.
In 1997 appears the ganguro look, which will dominate the gyaru scene until 1999. The hallmark of this style is dark skin, which violates the taboo pale skin for females, the ultimate symbol of the good girl in Japan. The ganguro continue to belong primarily to the lower middle class, but this style crosses the boundaries that delimited the demographic of the early gyaru phenomenon, including from teenagers kogyaru to gyaru-mama, mothers who follow the gyaru style.
From the contact with other streetstyles ganguro assimilates some important traits: a passion for tanning from the surfers and a dance-music fascination for African American culture. The commercial and mediatic spread of of these preferences is exemplified primarily by the singer Namie Amuro, imitated by a lot of fans, but ganguro is a much more exaggerated style compared to Amuro.
To describe the new style were used three terms: ganguro, gan (face) kuro (black) or gangan (very) kuro (black), which is the generic and most used term, gonguro, gon (super) kuro (black) and yamamba [often abbreviated in mamba], "witch of the mountain", a figure of japanese popular tradition canonized by Noh and Kabuki theaters.
The yamamba look takes the new style to it's extreme. The hair color of ganguro and gonguro varies between brown and blond, that of yamamba is even paler, often silvery or white-polychromatic. To accentuate the dark skin, yamamba paint around the eyes pink-white or white-blue circles, sometimes embellished with glitter, and often use similar colors for the lips (this make up is called panda or negafirumu -negative film). The wedges, which for ganguro range from 10 to 20 cm, for yamamba can reach up to 25, resulting in staggering and often serious accidents.
The ganguro look is a combination of childishness and sex appeal, a summary of the figure of the lolita, passive, sweet, asexual and of the figure of a sexually aggressive woman, the 80s bodikon: primary or pastel colors, kawaii accessories, characters like Hello Kitty and bows combine with tight and body revealing clothes and generous exhibition of the body. The style is divided, regardless of age, in:
1) barbie, characterized by loose socks, solid colors (pink, red, yellow, white), synthetic materials and short dresses
2) roko (contraction of the world local), which shows the influence of surfer look and is sportier and more natural-ethnic, characterized by short skirts (especially jeans), T-shirts with polka dots or floral designs, accessories made of wood and light colors [a brand based on this style still exists, it's Cocolulu]
3) retoro (retro), that is reminiscent of the '70s with hippie and psychedelic influences, featuring bell bottom trousers, second-hand garments, rainbow shirts [a brand that still exists that refers to this style is Laguna Moon]
4) Otona, oneesan, shisuta (adult) style is considered more sexy and cool, with knee lenght skirts, darker colors and high heels instead of wedges. burakkukei is part of this style. It is a gyaru style that refer explicitly to the African Americans models and ethnic styles, R&B, funky and hip-hop, with dreadlocked hair, skintight garments and dark makeup on eyes and lips.
The winter 1999-2000 marked the peak of the popularity of the ganguro style, but also the starting point of it's decline. First, yamamba disappeared almost completely and a soft version of ganguro spreaded so much that the prefix ganguro in the term ganguro-gyaru has become unnecessary. Indiscriminate Consumerism has been supplanted by a taste for used, revival and DIY. [At the time in witch I'm writing ganguro style is dead and buried, and most gyaru have a white or at most moderately tanned skin. Some small trends and brands and magazines that have adapted still remains]
From the contact with other streetstyles ganguro assimilates some important traits: a passion for tanning from the surfers and a dance-music fascination for African American culture. The commercial and mediatic spread of of these preferences is exemplified primarily by the singer Namie Amuro, imitated by a lot of fans, but ganguro is a much more exaggerated style compared to Amuro.
To describe the new style were used three terms: ganguro, gan (face) kuro (black) or gangan (very) kuro (black), which is the generic and most used term, gonguro, gon (super) kuro (black) and yamamba [often abbreviated in mamba], "witch of the mountain", a figure of japanese popular tradition canonized by Noh and Kabuki theaters.
The yamamba look takes the new style to it's extreme. The hair color of ganguro and gonguro varies between brown and blond, that of yamamba is even paler, often silvery or white-polychromatic. To accentuate the dark skin, yamamba paint around the eyes pink-white or white-blue circles, sometimes embellished with glitter, and often use similar colors for the lips (this make up is called panda or negafirumu -negative film). The wedges, which for ganguro range from 10 to 20 cm, for yamamba can reach up to 25, resulting in staggering and often serious accidents.
The ganguro look is a combination of childishness and sex appeal, a summary of the figure of the lolita, passive, sweet, asexual and of the figure of a sexually aggressive woman, the 80s bodikon: primary or pastel colors, kawaii accessories, characters like Hello Kitty and bows combine with tight and body revealing clothes and generous exhibition of the body. The style is divided, regardless of age, in:
1) barbie, characterized by loose socks, solid colors (pink, red, yellow, white), synthetic materials and short dresses
2) roko (contraction of the world local), which shows the influence of surfer look and is sportier and more natural-ethnic, characterized by short skirts (especially jeans), T-shirts with polka dots or floral designs, accessories made of wood and light colors [a brand based on this style still exists, it's Cocolulu]
3) retoro (retro), that is reminiscent of the '70s with hippie and psychedelic influences, featuring bell bottom trousers, second-hand garments, rainbow shirts [a brand that still exists that refers to this style is Laguna Moon]
4) Otona, oneesan, shisuta (adult) style is considered more sexy and cool, with knee lenght skirts, darker colors and high heels instead of wedges. burakkukei is part of this style. It is a gyaru style that refer explicitly to the African Americans models and ethnic styles, R&B, funky and hip-hop, with dreadlocked hair, skintight garments and dark makeup on eyes and lips.
The winter 1999-2000 marked the peak of the popularity of the ganguro style, but also the starting point of it's decline. First, yamamba disappeared almost completely and a soft version of ganguro spreaded so much that the prefix ganguro in the term ganguro-gyaru has become unnecessary. Indiscriminate Consumerism has been supplanted by a taste for used, revival and DIY. [At the time in witch I'm writing ganguro style is dead and buried, and most gyaru have a white or at most moderately tanned skin. Some small trends and brands and magazines that have adapted still remains]