venerdì 25 marzo 2016

Zara e il problema dello stile gender-neutral/Zara and the problem of gender-neutral style

PANTALONI DENIM UNISEX
Lunedì parlavo della nuova moda genderless in Giappone, che vede principalmente bei ragazzi magri indossare capi e accessori in genere associati al genere femminile.
Di recente mi sono accorta che il gender neutral è tornato di moda anche in occidente, ma in maniera molto differente. L'esempio più lampante è la nuova collezione di Zara, chiamata "Ungendered," e venduta all'interno della linea economica TRF. Anche Selfridges ha recentemente lanciato una linea gender-neutral, ma che lo abbia fatto Zara è decisamente più significativo dato che i suoi prezzi abbastanza bassi, la sua potenza sul mercato e il suo essere una marca internazionale rendono la collezione accessibile molte più persone.
Il fatto che l'industria della moda si stia allontanando da una concezione binaria di sesso e genere può sembrare positivo, ma analizzando l'idea e questa specifica linea d'abbigliamento più da vicino si scoprono dei problemi enormi.
Partiamo dalla collezione di Zara: si tratta di capi basici in colori neutri, come magliette, canotte, jeans e felpe, ovvero quei capi che in genere si trovano nelle collezioni maschili, ma vengono indossati anche dalle donne. Non ci sono capi che in genere vengono associati alle collezioni femminili, come gonne e vestiti. In sostanza si riprende la solita idea che per le donne vestirsi "da uomo" vada bene e per gli uomini non vada bene vestirsi "da donna". La spiegazione più probabile è che l'identità maschile è ancora percepita come superiore, più potente, e quindi una donna che si veste da uomo potenzia la sua identità, mentre un uomo che si veste da donna si declassa.
E' interessante anche che come modelli della collezione siano state scelte persone immediatamente associabili ad un genere piuttosto che più androgine.
Piuttosto che una rivoluzione nella concezione di genere, sembra un'operazione commerciale che cavalca le tendenze del momento, come era già successo anni fa con la moda unisex.
Inoltre questa tendenza gender-neutral va in direzione opposta rispetto ad un'altra tendenza degli ultimi anni ovvero quella secondo cui è la moda che deve adattarsi alle varie tipologie di corpo e non il corpo alla moda. Trovo l'idea di fare capi diversi per le diverse forme del corpo innovativa, ma anche rivoluzionaria e liberatoria, perché corregge l'idea che esista un unico corpo "giusto", quello per cui sono pensati gli abiti di moda.
Il gender-neutral rischia di riportare alla ribalta un corpo androgino, alto e magro, e di fare sparire dagli scaffali i capi adatti ad un tipo fisico diverso.
Secondo me per risolvere il problema di una concezione di genere binaria nella moda, la soluzione non è uniformare lo stile limitando ulteriormente la libertà, ma togliere le etichette. Basterebbe togliere dai siti e dai negozi le etichette "Uomo" e "Donna" e lasciare ognuno libero di scegliere quello che preferisce.

On Monday I talked about the new genderless fashion in Japan, which is mainly rocked by cute skinny guys wearing clothes and accessories typically associated with female gender.
Recently I realized that gender neutral is trending in the West too, but in a very different way. The most striking example is Zara's new collection, called "Ungendered," and sold within the economic line TRF. Selfridges recently launched a gender-neutral line too, but that Zara did is much more significant because its affordable prices, its power on the market and its being an international brand make the collection accessible to a lot more people.
The fact that the fashion industry is moving away from a binary conception of sex and gender may seem positive, but by analyzing the idea and this specific clothing line enormous problems emerge.
Let's start from Zara's collection: it consists of basic items in neutral colors, such as shirts, tank tops, jeans and sweatshirts, that are clothes that are typically included in men's collections, but are worn by women too. There aren't items that are typically associated with women's collections, such as skirts and dresses. Basically it resumes the usual idea that for women to dress "like a man" is ok and for a men to dress "like a women" is disgusting. The most likely explanation is that male identity is still perceived as superior, more powerful, and so a woman who dresses as a man empowers her identity and a man who dresses as a woman downgrades it.
It's also interesting that the models chosen for the collection are easy to associate to a gender rather than androgynous.
Rather than a revolution in the conception of gender, it seems a commercial operation that rides the trend of the moment, as happened years ago with the unisex fashion.
Besides, this gender-neutral trend goes in the opposite direction with respect of another trend of the recent years, namely the one for which it is the fashion that has to adapt to the various body shapes and not the body to the fashion. I find the idea of ​​doing different clothes for different body shapes innovative, but also revolutionary and liberating, because it corrects the idea that there is only one "right" body, the one for which the clothes are designed.
Gender-neutral is likely to bring back in trend an androgynous body, tall and thin, and to make the clothes suited for a different body type disappear from the shelves.
I think that to solve the problem of a binary gender concept in fashion, the solution is not to uniform the style, further limiting the freedom, but to remove the labels. It would be enough to remove the labels "Man" and "Woman" from the sites and shops leaving everyone free to choose what they like best.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Lampante il voler ancora associare il vestiario unisex a una linea d'abbigliamento principalmente riconducibile a quella del reparto uomo.
Un appunto: In che modo avrebbero dovuto essere inseriti modelli gender fluid nella campagna promozionale? Coloro che si identificano in questo appellativo spesso sono persone che anatomicamente rispondono alle caratteristiche di uno dei due sessi, ma non ritengono la cosa determinante per questioni come le preferenze sessuali o riguardanti estetiche tradizionalmente associate a uno dei due generi. In altre parole, è più una condizione riguardante la sfera privata e non è necessariamente visibile a un osservatore esterno, per quanto ne sappiamo sia la modella che il modello potrebbero riconoscersi come gender fluid.

Piperita Patty ha detto...

Hai ragionissima, modifico la definizione.

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