Quest'estate sto studiando come una matta, quindi purtroppo finora ho letto un solo libro di svago. Si tratta del romanzo russo che avevo comprato a maggio all'aeroporto di Londra, "Laurus" di Eugene Vodolazkin. E' stato pubblicato nel 2015 e ha vinto il premio National Big Book, lo Yasnaya Polyana e il premio Gorky. E' il secondo romanzo dell'autore, che lavora nel dipartimento di Antica Letteratura Russa a Casa Pushkin dal 1990 ed è un esperto di storia e folklore medievale russo.
Il libro inizia in una piccola cittadina della Russia di fine 1400, flagellata dalla peste. Segue la vita di Arseny, che in seguito ad una tragedia intraprenderà un viaggio attraverso epoche e nazioni, cambiando identità, guarendo gli ammalati e cercando redenzione.
Lo stile di scrittura è molto particolare, più simile ad un'agiografia medievale che ad un romanzo moderno. Il risultato è affascinante, ma l'ho anche trovato un po' ostico e a tratti lento.
Le credenze dei personaggi sono molto interessanti, ma sono talmente diverse che è difficile empatizzare con loro, anche perché la loro personalità non ha una vera e propria evoluzione.
Nonostante fin qui la mia recensione sembri negativa, si tratta di un romanzo che riesce a immergere il lettore in un mondo medievale e che contiene molti concetti notevoli come la non linearità del tempo.
Il paragone con "Il Nome della Rosa" fatto da alcune recensioni mi è parso inappropriato a parte per l'ambientazione medievale. Mentre il libro di Eco ha lunghe parti di spiegoni del contesto storico, ma anche una trama avvincente e dei personaggi affascinanti, il libro di Vodolazkin non spiega niente (e dire che pullula di idee difficili da capire per un contemporaneo) ed è piatto e luccicante come un'icona russa.
This summer I'm studying all the time, so unfortunately I read only one novel so far. It is the Russian novel that I bought in May at London airport, "Laurus" by Eugene Vodolazkin. It was published in 2015 and won the Big National Book Award, the Yasnaya Polyana Award and the Gorky Prize. It is the second novel by the author, who works in the Department of Ancient Russian Literature in Pushkin House since 1990 and is an expert about Russian medieval history and folklore.
The book begins in a small town of the late 1400 in a Russia battered by the plague. It follows the life of Arseny, who after a tragedy undertakes a journey through eras and nations, changing identities, healing the sick and seeking redemption.
The writing style is very original, more like a medieval hagiography that a modern novel. The result is fascinating, but I also found it a little confusing and slow at times.
The characters' beliefs are very interesting, but they are so different that it is hard to empathize with them, also because their personality doesn't have a real evolution.
Despite so far my review seems negative, it is a novel that manages to immerse the reader in a medieval world and contains many significant concepts such as the non-linearity of time.
The comparison with "The Name of the Rose" made by some of the reviewers seemed inappropriate apart from the medieval setting. While the book by Eco has long explanations about parts of the historical context, but also a compelling storyline and charming characters, the book by Vodolazkin doesn't explain anything (this being full of ideas difficult to understand for a contemporary) and is flat and shiny as a Russian icon.
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