"The Magician's Land" è un romanzo del 2014 dello scrittore statunitense Lev Grossman. E' il terzo di una trilogia, di cui il primo libro è "The Magicians", del 2009 (che ho recensito qui) e il secondo "The Magician King" del 2011 (che ho recensito qui). Il primo libro è stato edito in Italia dalla Rizzoli con il titolo "Il mago" nel 2010, mentre gli altri due capitoli della saga sono ancora inediti in italiano.
Nel 2015 da "The Magicians" è stato tratto un omonimo telefilm che ho recensito qui.
Come ho iniziato a sospettare leggendo il secondo libro, è necessaria una lettura complessiva della saga per capirla davvero. All'improvviso si spiega il tono più edulcorato del telefilm e i giudizi che paragonano la saga ad un Harry Potter per adulti. In "The Magician's Land", infatti, Quentin prosegue il percorso di crescita che aveva iniziato visibilmente solo in "The Magician King". Con il cambiamento del protagonista, cambia anche l'atmosfera della saga, che passa dal vuoto esistenziale del primo libro ad un non volersi arrendere di fronte all'insensatezza dell'universo.
A livello di personaggi è il romanzo che mi ha dato più soddisfazione, non solo per la loro maturazione e le rivelazioni su alcuni di loro, ma anche per le parti narrate dal punto di vista di Janet e soprattutto di Elliot (che adoro), che permettono una maggiore introspezione di questi personaggi apparsi sempre un po'superficiali.
Come ritmo però l'ho trovato il romanzo peggiore della serie. E' un'insieme di missioni in cui la preparazione all'azione si allunga a dismisura e l'azione vera e propria viene raccontata molto velocemente oppure si trasforma nella lunghissima preparazione all'azione successiva.
Nonostante questo, la trama è gradevole: tutte le questioni lasciate in sospeso trovano la loro conclusione, con una pistola di Cechov che garantisce un finale non con il botto, ma comunque soddisfacente, che lascia spazio per un possibile quarto libro.
Considerando la trilogia nel suo complesso, l'ho apprezata ancora di più di quanto avevo apprezzato i libri singoli. Riesce ad avere una buona scrittura, una storia interessante e piena di colpi di scena, dei personaggi credibili, non simpatici, ma affascinanti, e che evolvono notevolmente, e uno humor nero che riesce a legare in un insieme coerente atmosfere molto diverse fra loro.
Ho apprezzato moltissimo anche il target adulto (il protagonista all'inizio ha 17 anni, alla fine 30 e qualcosa, ma le scene di sesso e violenza e soprattutto il tono generale suggeriscono dei destinatari ideali oltre la ventina).
Una delle migliori scoperte fantasy degli ultimi anni.
"The Magician's Land" is a 2014 novel of the U.S.A. writer Lev Grossman. It's the third of a trilogy, which first book is "The Magicians", published in 2009 (which I reviewed here) and the second "The Magician King" published in 2011 (which I reviewed here).
In 2015 "The Magicians" it was adapted into a TV series of the same name which I reviewed here.
As I suspected reading the second book, you need a comprehensive reading of the saga to really understand it. Suddenly I understood the softer tone of the series and the judgments comparing the saga to a Harry Potter for adults. In "The Magician's Land", in fact, Quentin continues the growing that he only visibly begun in "The Magician King". With the change of the protagonist, the atmosphere of the saga changes too, and passes from the existential emptiness of the first book to not willing to surrender in the face of the stupidity of the universe.
In terms of characters it is the novel that gave me more satisfaction, not only for their evolution and the revelations about some of them, but also because of the narrated parts from Janet's and especially Elliot's point of view, which allows greater insight of these characters who appeared always a bit superficial.
As for the rhytm I found it the worst novel of the series. It's a series of missions in which the preparation for the action extends beyond measure, and the real action is told very quickly or becomes the very long preparation for the next action.
Despite this, the plot is quite nice: all the problems that were left open find their conclusion, with a Chekhov's gun that guarantees an ending that is not spectacular, but still satisfactory, and that leaves room for a possible fourth book.
Considering the trilogy as a whole, I liked it more than the individual books. It manages to be well written, to have a good story, full of twists, believable characters, who aren't nice, but really interesting, and who evolve a lot, and a black humor that manages to tie into a coherent whole a lot different atmospheres.
I also liked the adult target very much (the protagonist at the beginning is 17 years old, at the end is 30 and something, but the scenes of sex and violence, and above all the general tone suggest an ideal reader more than twenty years old).
One of the best fantasy finds of the recent years.
Nel 2015 da "The Magicians" è stato tratto un omonimo telefilm che ho recensito qui.
Come ho iniziato a sospettare leggendo il secondo libro, è necessaria una lettura complessiva della saga per capirla davvero. All'improvviso si spiega il tono più edulcorato del telefilm e i giudizi che paragonano la saga ad un Harry Potter per adulti. In "The Magician's Land", infatti, Quentin prosegue il percorso di crescita che aveva iniziato visibilmente solo in "The Magician King". Con il cambiamento del protagonista, cambia anche l'atmosfera della saga, che passa dal vuoto esistenziale del primo libro ad un non volersi arrendere di fronte all'insensatezza dell'universo.
A livello di personaggi è il romanzo che mi ha dato più soddisfazione, non solo per la loro maturazione e le rivelazioni su alcuni di loro, ma anche per le parti narrate dal punto di vista di Janet e soprattutto di Elliot (che adoro), che permettono una maggiore introspezione di questi personaggi apparsi sempre un po'superficiali.
Come ritmo però l'ho trovato il romanzo peggiore della serie. E' un'insieme di missioni in cui la preparazione all'azione si allunga a dismisura e l'azione vera e propria viene raccontata molto velocemente oppure si trasforma nella lunghissima preparazione all'azione successiva.
Nonostante questo, la trama è gradevole: tutte le questioni lasciate in sospeso trovano la loro conclusione, con una pistola di Cechov che garantisce un finale non con il botto, ma comunque soddisfacente, che lascia spazio per un possibile quarto libro.
Considerando la trilogia nel suo complesso, l'ho apprezata ancora di più di quanto avevo apprezzato i libri singoli. Riesce ad avere una buona scrittura, una storia interessante e piena di colpi di scena, dei personaggi credibili, non simpatici, ma affascinanti, e che evolvono notevolmente, e uno humor nero che riesce a legare in un insieme coerente atmosfere molto diverse fra loro.
Ho apprezzato moltissimo anche il target adulto (il protagonista all'inizio ha 17 anni, alla fine 30 e qualcosa, ma le scene di sesso e violenza e soprattutto il tono generale suggeriscono dei destinatari ideali oltre la ventina).
Una delle migliori scoperte fantasy degli ultimi anni.
"The Magician's Land" is a 2014 novel of the U.S.A. writer Lev Grossman. It's the third of a trilogy, which first book is "The Magicians", published in 2009 (which I reviewed here) and the second "The Magician King" published in 2011 (which I reviewed here).
In 2015 "The Magicians" it was adapted into a TV series of the same name which I reviewed here.
As I suspected reading the second book, you need a comprehensive reading of the saga to really understand it. Suddenly I understood the softer tone of the series and the judgments comparing the saga to a Harry Potter for adults. In "The Magician's Land", in fact, Quentin continues the growing that he only visibly begun in "The Magician King". With the change of the protagonist, the atmosphere of the saga changes too, and passes from the existential emptiness of the first book to not willing to surrender in the face of the stupidity of the universe.
In terms of characters it is the novel that gave me more satisfaction, not only for their evolution and the revelations about some of them, but also because of the narrated parts from Janet's and especially Elliot's point of view, which allows greater insight of these characters who appeared always a bit superficial.
As for the rhytm I found it the worst novel of the series. It's a series of missions in which the preparation for the action extends beyond measure, and the real action is told very quickly or becomes the very long preparation for the next action.
Despite this, the plot is quite nice: all the problems that were left open find their conclusion, with a Chekhov's gun that guarantees an ending that is not spectacular, but still satisfactory, and that leaves room for a possible fourth book.
Considering the trilogy as a whole, I liked it more than the individual books. It manages to be well written, to have a good story, full of twists, believable characters, who aren't nice, but really interesting, and who evolve a lot, and a black humor that manages to tie into a coherent whole a lot different atmospheres.
I also liked the adult target very much (the protagonist at the beginning is 17 years old, at the end is 30 and something, but the scenes of sex and violence, and above all the general tone suggest an ideal reader more than twenty years old).
One of the best fantasy finds of the recent years.
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