Seguendo i consigli di Ciccola, abbiamo dedicato il quinto e ultimo giorno di permanenza a Lisbona ad una gita in giornata a Cacilhas e Cascais, due cittadine vicine alla capitale.
La mattina siamo andati a Cacilhas, che si trova sull'altra sponda del fiume Tago. Dalla stazione Cais do Sodrè abbiamo preso il traghetto, usando comodamente la carta Viva Viagem.
Following Ciccola's advice, we dedicated the fifth and last day of stay in Lisbon to a day-trip to Cacilhas and Cascais, two little towns near the capital.
In the morning we went to Cacilhas, located across river Tagus. From the station of Cais do Sodre we took the ferry, using the Viva Viagem card.
Following Ciccola's advice, we dedicated the fifth and last day of stay in Lisbon to a day-trip to Cacilhas and Cascais, two little towns near the capital.
In the morning we went to Cacilhas, located across river Tagus. From the station of Cais do Sodre we took the ferry, using the Viva Viagem card.
Una volta arrivati, abbiamo preso un tram per qualche fermata e poi abbiamo fatto un pezzo a piedi per arrivare al Cristo Rei, una statua di Cristo alta 110 metri che imita quella del Pan di Zucchero a Rio de Janeiro. All'interno del basamento della statua c'è una cappella e un ascensore (a pagamento) che porta sulla piattaforma balconata.
Once there, we took a tram for a few stops and then we walked for a bit to get to the Cristo Rei, a 110-meter high statue of Christ based on that of the Sugar Loaf in Rio de Janeiro. Inside the base of the statue there is a chapel and an elevator (to get up you have to pay a fee) that leads to the upper platform.
Once there, we took a tram for a few stops and then we walked for a bit to get to the Cristo Rei, a 110-meter high statue of Christ based on that of the Sugar Loaf in Rio de Janeiro. Inside the base of the statue there is a chapel and an elevator (to get up you have to pay a fee) that leads to the upper platform.
La cosa migliore (ovviamente dopo gli angeli fosforescenti in vendita al negozio) è lo splendido panorama, che dà proprio sul ponte 25 aprile, che è la copia quasi identica del Golden Gate di San Francisco (non a caso, visto che è stato costruito dalla stessa società). Il nome attuale viene dalla Rivoluzione dei Garofani del 1974, prima si chiamava ponte Salazar.
The best thing (of course after the phosphorescent angels for sale at the store) was the breathtaking panorama on April 25 bridge, which is almost identical to the Golden Gate in San Francisco (in fact it was built by the same company). The current name comes from the 1974 Carnation Revolution, before it was called Salazar Bridge.
Per tornare al porto abbiamo tentato di prendere il più comodo bus 101, che ferma proprio davanti all'ingresso del santuario, ma era passato da poco e abbiamo finito per fare la stessa strada dell'andata.
Prima di ripartire ho voluto vedere da vicino il piccolo faro rosso di Cacilhas.
To go back to the harbor we tried to take the most convenient bus 101, which stopped right outside the entrance to the sanctuary, but we lost it so we ended up doing the same route we did before. Before leaving I wanted to see up close the little red lighthouse of Cacilhas.
The best thing (of course after the phosphorescent angels for sale at the store) was the breathtaking panorama on April 25 bridge, which is almost identical to the Golden Gate in San Francisco (in fact it was built by the same company). The current name comes from the 1974 Carnation Revolution, before it was called Salazar Bridge.
Per tornare al porto abbiamo tentato di prendere il più comodo bus 101, che ferma proprio davanti all'ingresso del santuario, ma era passato da poco e abbiamo finito per fare la stessa strada dell'andata.
Prima di ripartire ho voluto vedere da vicino il piccolo faro rosso di Cacilhas.
To go back to the harbor we tried to take the most convenient bus 101, which stopped right outside the entrance to the sanctuary, but we lost it so we ended up doing the same route we did before. Before leaving I wanted to see up close the little red lighthouse of Cacilhas.
Già che eravamo a Cais do Sodre, abbiamo mangiato di nuovo al Mercado da Ribeira. La Pelosa Metà, per farmi provare le patatine rustiche all'aglio che volevo, ha preso l'hamburger con collo di maiale nero di Alexandre Silva no Mercado. Le patatine erano deliziose, l'hamburger inaspettatamente poco saporito. Io ho preso un panino con formaggio di capra, miele e rosmarino davvero buono, ma decisamente troppo costoso per 7€ visto che non enorme era come quello che aveva preso la Pelosa Metà il giorno prima allo stesso prezzo e che era servito con un contorno di sola insalata. E' stato il pasto al mercato meno soddisfacente che abbiamo fatto, il che è tutto dire, visto che è stato ottimo.
As we were in Cais do Sodre, we ate at Mercado da Ribeira again. The Hairy Half, to make me try the garlic rustic chips I wanted, took the black pork neck hamburger at Alexandre Silva no Mercado. The fries were delicious, the burger unexpectedly wasn't so savoury. I got a really good sandwich with goat cheese, honey and rosemary, but for 7€ it was far too expensive as it wasn't huge like the one the Hairy Half took the day before at the same price and it was served only with a side of salad. It was the least satisfactory meal we had at the market, which is saying something, since it's was really good.
Dopo mangiato siamo andati a Cascais partendo sempre da Cais do
Sodrè, stavolta dalla stazione dei treni. Ancora una volta invece di fare il biglietto è bastato passare la Viva Viagem sul lettore. Ci abbiamo messo circa mezz’ora.
Ci è parsa subito una cittadina carina e vivace, con viuzze strette, negozietti, orde di turisti felici e soprattutto l'oceano. Siamo andati alla chiesa principale della città, l'Assuncao, ma l'abbiamo trovata chiusa.
After lunch we went to Cascais, leaving from Cais do Sodre again, this time from the train station. Once again, instead of buying ticket it was enough to pass the Viva Viagem on the reader. The journey took about half an hour.
Cascais seemed us a pretty and lively town, with narrow streets, shops, hordes of happy tourists and especially the ocean. We went to the main church of the city, the Assuncao, but we found it closed.
Così abbiamo proseguito per il Santa Marta Lighthouse Museum in Rua
do Farol. Sul sito ufficiale avevo letto che l'ingresso era gratuito (e c'è ancora scritto così!), quindi siamo entrati spavaldi. Siamo stati subito bloccati da una guardiana che ci ha spiegato che bisognava fare il biglietto, con cui avremmo potuto visitare anche Casa de Santa Maria. Ovviamente la biglietteria era alla casa, che avevamo superato andando lì. Siamo tornati indietro e la bigliettaia ci ha provato a vendere il biglietto combinato per tutti i musei del quartiere, ma visto che avrebbero chiuso entro mezz'ora (alle 17, prima che a Lisbona), abbiamo preferito evitare. Abbiamo pagato i 3€ standard (questi indicati correttamente dal sito). Solo dopo che avevamo comprato i biglietti, la bigliettaia ci ha detto che il faro era chiuso! Avevo già deciso di ucciderla quando ha proposto di farci da cicerone nella nostra visita alla casa.
Si tratta di un edificio risalente al 1902 progettato da Raul Lino per Jorge O'Neil, un aristocratico collegato all'industria del tabacco, che fece costruire anche la torre di S. Sebastião e l'attuale Museo-Biblioteca Condes de Castro Guimarães. Intorno 1917, la proprietà venne venduta al fratello maggiore dell'architetto, che per la nuova casa acquistò una serie di piastrelle del XVII secolo e un soffitto di legno dipinto attribuito ad Antonio de Oliveira Bernardes. Nel 1925, la casa fu acquistata dalla famiglia Espírito Santo, che ospitò lì personaggi famosi come la Granduchessa Charlotte del Lussemburgo e la sua famiglia, i Conti di Barcellona, Umberto II di Savoia e i duchi di Windsor.
La casa era davvero bella e in più la nostra guida improvvisata ci ha mostrato un fuffosissimo piccolo di gabbiano che aveva il nido sugli scogli appena fuori.
So we continued to Santa Marta Lighthouse Museum in Rua do Farol. On the official site I read that the entrance was free (and there is still written so!), so we walked boldly into it. We were immediately blocked by a guardian who explained us that it was necessary to buy a ticket, with which we could also visit Casa de Santa Maria. Obviously, the ticket office was at the house, that we passed going there. We went back and the ticket lady tried to sell us a combined ticket for all the museums in the neighborhood, but since they would close within half an hour (at 17, earlier than in Lisbon), we preferred to avoid it. We paid the standard 3€ (these were correctly indicated by the website). Only after we had bought the tickets, the ticket lady told us that the lighthouse was closed! I had already decided to kill her when she proposed to guide us in our visit to the house.
It is a building dating back to 1902, designed by Raul Lino for Jorge O'Neil, an aristocrat linked to the tobacco industry, which also commissioned S. Sebastião tower and the current Condes de Castro Guimarães Library-Museum. Around 1917, the property was sold to the architect's older brother, who, for the new house, bought seventeenth-century tiles and a wooden ceiling painting attributed to Antonio de Oliveira Bernardes. In 1925, the house was purchased by the Espírito Santo family, which hosted celebrities as the Grand Duchess Charlotte of Luxembourg and her family, the Counts of Barcelona, Umberto II of Savoy, and the Dukes of Windsor.
The house was really nice and plus our impromptu guide showed us a small fluffy gull who had its nests on the rocks just outside.
Dopo aver visitato la casa siamo andati al museo dei fari, che era carino, ma niente di incredibile, soprattutto considerato che il vero faro era chiuso. Avremmo voluto andare anche al Parco Marechal Carmona dove c’era il Museu Condes de Castro Guimaraes, ma l'orario di chiusura si avvicinava e non eravamo più tanto sicuri che fosse gratuito come indicato sul sito.
After visiting the house we went to the lighthouse museum, which was nice, but nothing amazing, especially considering that the real lighthouse was closed. We would have liked to go to the Marechal Carmona Park where there was the Museu Condes de Castro Guimaraes too, but the closing time was approaching and we were not so sure that it was free as stated on the site.
Così abbiamo proseguito sul lungomare fino ad arrivare a Boca do
Inferno, una formazione rocciosa
famosa per il rumore simile ad un gemito che fa il mare infrangendosi su di essa. Quando l'abbiamo vista il mare era calmissimo, ma non per questo era meno spettacolare.
So we continued on the waterfront until we got to Boca do Inferno, a rock formation famous for the moan like sound the waves produce on it. When we visited it the sea was very calm, but it was by no means less spectacular.
Già che eravamo a Cais do Sodre, abbiamo mangiato di nuovo al Mercado da Ribeira. La Pelosa Metà, per farmi provare le patatine rustiche all'aglio che volevo, ha preso l'hamburger con collo di maiale nero di Alexandre Silva no Mercado. Le patatine erano deliziose, l'hamburger inaspettatamente poco saporito. Io ho preso un panino con formaggio di capra, miele e rosmarino davvero buono, ma decisamente troppo costoso per 7€ visto che non enorme era come quello che aveva preso la Pelosa Metà il giorno prima allo stesso prezzo e che era servito con un contorno di sola insalata. E' stato il pasto al mercato meno soddisfacente che abbiamo fatto, il che è tutto dire, visto che è stato ottimo.
Dopo mangiato siamo andati a Cascais partendo sempre da Cais do
Sodrè, stavolta dalla stazione dei treni. Ancora una volta invece di fare il biglietto è bastato passare la Viva Viagem sul lettore. Ci abbiamo messo circa mezz’ora.
Ci è parsa subito una cittadina carina e vivace, con viuzze strette, negozietti, orde di turisti felici e soprattutto l'oceano. Siamo andati alla chiesa principale della città, l'Assuncao, ma l'abbiamo trovata chiusa.
Cascais seemed us a pretty and lively town, with narrow streets, shops, hordes of happy tourists and especially the ocean. We went to the main church of the city, the Assuncao, but we found it closed.
Così abbiamo proseguito per il Santa Marta Lighthouse Museum in Rua
do Farol. Sul sito ufficiale avevo letto che l'ingresso era gratuito (e c'è ancora scritto così!), quindi siamo entrati spavaldi. Siamo stati subito bloccati da una guardiana che ci ha spiegato che bisognava fare il biglietto, con cui avremmo potuto visitare anche Casa de Santa Maria. Ovviamente la biglietteria era alla casa, che avevamo superato andando lì. Siamo tornati indietro e la bigliettaia ci ha provato a vendere il biglietto combinato per tutti i musei del quartiere, ma visto che avrebbero chiuso entro mezz'ora (alle 17, prima che a Lisbona), abbiamo preferito evitare. Abbiamo pagato i 3€ standard (questi indicati correttamente dal sito). Solo dopo che avevamo comprato i biglietti, la bigliettaia ci ha detto che il faro era chiuso! Avevo già deciso di ucciderla quando ha proposto di farci da cicerone nella nostra visita alla casa.
Si tratta di un edificio risalente al 1902 progettato da Raul Lino per Jorge O'Neil, un aristocratico collegato all'industria del tabacco, che fece costruire anche la torre di S. Sebastião e l'attuale Museo-Biblioteca Condes de Castro Guimarães. Intorno 1917, la proprietà venne venduta al fratello maggiore dell'architetto, che per la nuova casa acquistò una serie di piastrelle del XVII secolo e un soffitto di legno dipinto attribuito ad Antonio de Oliveira Bernardes. Nel 1925, la casa fu acquistata dalla famiglia Espírito Santo, che ospitò lì personaggi famosi come la Granduchessa Charlotte del Lussemburgo e la sua famiglia, i Conti di Barcellona, Umberto II di Savoia e i duchi di Windsor.
La casa era davvero bella e in più la nostra guida improvvisata ci ha mostrato un fuffosissimo piccolo di gabbiano che aveva il nido sugli scogli appena fuori.
It is a building dating back to 1902, designed by Raul Lino for Jorge O'Neil, an aristocrat linked to the tobacco industry, which also commissioned S. Sebastião tower and the current Condes de Castro Guimarães Library-Museum. Around 1917, the property was sold to the architect's older brother, who, for the new house, bought seventeenth-century tiles and a wooden ceiling painting attributed to Antonio de Oliveira Bernardes. In 1925, the house was purchased by the Espírito Santo family, which hosted celebrities as the Grand Duchess Charlotte of Luxembourg and her family, the Counts of Barcelona, Umberto II of Savoy, and the Dukes of Windsor.
The house was really nice and plus our impromptu guide showed us a small fluffy gull who had its nests on the rocks just outside.
Dopo aver visitato la casa siamo andati al museo dei fari, che era carino, ma niente di incredibile, soprattutto considerato che il vero faro era chiuso. Avremmo voluto andare anche al Parco Marechal Carmona dove c’era il Museu Condes de Castro Guimaraes, ma l'orario di chiusura si avvicinava e non eravamo più tanto sicuri che fosse gratuito come indicato sul sito.
Così abbiamo proseguito sul lungomare fino ad arrivare a Boca do
Inferno, una formazione rocciosa
famosa per il rumore simile ad un gemito che fa il mare infrangendosi su di essa. Quando l'abbiamo vista il mare era calmissimo, ma non per questo era meno spettacolare.
Siamo tornati verso il porto e abbiamo deciso di fermarci ad una delle spiaggette che avevamo visto per fare il bagno nell'oceano. La spiaggia di sabbia finissima era piena di turisti e c'erano varie persone che nuotavano, così siamo entrati in acqua spavaldi. Siamo dovuti scappare fuori perché era ghiacciata! Dopo vari tentativi siamo riusciti a immergerci completamente e a fare qualche bracciata e ci siamo sentiti molto eroici.
We returned to the port and decided to stop at one of the beaches we saw to swim in the ocean. The fine sandy beach was full of tourists and there were several people swimming, so we boldly walked into water. We had to run out because it was ice cold! After several attempts we were able to fully immerse ourselves and to do a few strokes and we felt very heroic.
Visto che era già tardi, dopo esserci asciugati e riscaldati un pochino al sole, siamo andati a prendere il treno e siamo tornati a Cais do Sodre. Ne abbiamo approfittato per mangiare per la terza volta consecutiva al Mercado da Ribeira (sì, ci è piaciuto da matti) ed è stata la migliore in assoluto.
La Pelosa Metà ha preso un incredibile fish and chips con salsa tartara fatta a mano. Il pesce era baccalà a bastoncini, che sotto la panatura croccantissima si scioglieva in bocca. Le patatine a fiammifero avevano la buccia ed erano perfette e la salsa era favolosa.
Dopo la giornata sotto il sole e il bagno nell'oceano volevo qualcosa di caldo, così ho scelto il riso alle alghe wakame con salmone tataki Marlene Vieira (11€). Era cremosissimo e delizioso e i vari sapori si sposavano a perfezione, è stato uno dei risotti più buoni e originali della mia vita.
Mi sono anche tolta lo sfizio di prendere di nuovo il temaki alle uova di salmone di Confraria do Sushi (5,90€).
La Pelosa Metà ha deciso di abbandonare la tradizionale birra scura (che invece ho preso io) per chiedere una limonata. Gliela hanno servita con menta e delle piccole gelatine sferiche rosse, buonissima.
Abbiamo concluso questa cena perfetta con uno shottino di Ginja d'Obidos bevuto in un biccherino di cioccolata.
As it was already late, after having dried and warmed up a little bit in the sun, we took the train and went back to Cais do Sodre. We took this opportunity to eat for the third time in a row at Mercado da Ribeira (yes, we loved it) and it was the absolute best.
The Hairy Half took an incredible fish and chips with handmade tartar sauce. The fish were cod sticks, that under the super crisp breading melted in the mouth. The matchstick fries had the peel and were perfect and the sauce was fabulous.
After a day in the sun and the swim in the ocean I wanted something warm, so I chose the rice with wakame seaweed and salmon tataki by Marlene Vieira (11€). It was creamy and delicious and the various flavors armonized perfectly, it was one of the most delicious and original risotto of my life.
I also took again the ikura temaki by Confraria do Sushi (5.90€).
The Hairy Half decided to abandon the traditional dark beer (I took it instead) to ask for a lemonade. He got it served with mint and small spherical red jellies, it was very good.
We ended this perfect dinner with a shot of Ginja d'Obidos drunk in a chocolate cup.
3 commenti:
Non ho ancora prenotato nulla se non il volo, ma continuo a prendere appunti Xd (e guardare le foto *_*)
Bellissimo mare... e sempre bellissima pappa.. non so se sono le tue foto, ma sembra che ogni cosa che pubblichi sia deliziosa! xD
@Miria: mi raccomando però il treno con un paio di settimane di anticipo! :D
@Nyu: da questo punto di vista è stata una vacanza fantastica in effetti...
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