martedì 27 luglio 2010
Delfini di Banana Yoshimoto
[...] gli esseri umani desiderano essere trattati con affetto dai loro simili.
Chiunque muore dalla voglia di venire ascoltato, osservato e amato dagli altri. E quando questo non succede si prova una grande tristezza.
Adoro le metropoli perchè inglobano anche gli esseri ambigui come me, e ci permettono di viverci. Purtroppo, però, in quelle stesse metropoli aleggia, proprio pervade l'aria, quel genere di tristezza. Io respiravo spesso quell'odore. Sui limousine bus della notte, nelle stazioni all'alba, all'interno dei grandi magazzini. L'odore triste di quando nessuno ti guarda, nessuno ti ascolta dimostrandoti affetto, di quando ti senti solo un essere insignificante in mezzo alla folla.
***
Mi resi conto che, anche se noi esseri umani non eravamo cambiati per niente, il periodo storico stava cambiando. Avevo l'impressione che stesse aumentando un ceto medio che, sebbene non avesse problemi economici e avesse anche una certa educazione, viveva misteriosamente in un mondo permeato di violenza. Le ragazze che si incontravano al tempio erano persone normali che appartenevano alla cosiddetta borghesia, quelle stesse che fino a qualche tempo fa non avrebbero mai accusato problemi psicologici. Gente che in teoria non avrebbe mai dovuto aver niente a che vedere con prostituzione, stupri, suicidi collettivi, anoressia e bulimia.
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[...] in fin dei conti le cose non erano cambiate molto da quel periodo.
Un periodo in cui le donne erano considerate solo macchine per fare figli. Un periodo in cui la parola "moglie" indicava una donna a metà fra la cameriera e la prostituta, a cui veniva aggiunto un tocco materno.
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Davanti ai miei occhi apparve l'immagine della folla che sul principio dell'autunno comincia a indossare vestiti più pesanti, e la luna che si intravvede fra i grattacieli.
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