martedì 9 maggio 2017

Carta e potere

Oggi ospito un post di Giorgio Dell'oro, che ci racconta qualche aneddoto tratto dal suo nuovo libro "Carta e potere", appena uscito per la Gallo edizioni, dedicato alla storia della carta e ai giochi di potere ad essa collegati in Lombardia nei secoli XVI-XIX.

Gli studi sulla carta e i suoi derivati, si sono concentrati sul suo uso più elevato e intellettuale: scrittura e stampa di libri. Poco o nulla si sa sulla storia della carta nella quotidianità, degli stracci, della colla, dell’inchiostro e delle penne. Si sa poco anche della sua evoluzione commerciale e sociale e del consumi da parte delle istituzioni e privati.
Ecco qualche aneddoto curioso:
Stracci: gli stracciai non erano lavoratori poveri e marginali come si crede oggi, ma a Milano o Londra erano professionisti che operavano su scala internazionale, in grado di muovere grosse somme di denaro.
Colla: La carta per essere usata doveva essere resa impermeabile… come? Con colla di origine animale, e così fu fino alla prima metà dell’Ottocento. Nel XVII secolo la produzione della colla in Lombardia subì un drastico calo sia per la crisi dell’allevamento sia per il contrabbando, ma anche perché buona parte degli avanzi erano utilizzati in ambito gastronomico, il che lasciava perplessi e un po’ disgustati gli stranieri.
Inchiostro: nonostante fosse di uso molto comune, non diede vita a una vera industria fino alle soglie del XX secolo. Prima era prodotto generalmente direttamente dai cartai, ma anche dall’uomo comune a casa propria.
Penne: erano uno strumento venduto dai cartari e di uso comune fin dal VII secolo. Per realizzarle erano usate penne di oca, cigno, corvo… struzzo! Solo nel Settecento compaiono «penne da scrivere» in legno, ottone e acciaio. E ancora più recenti sono le moderne matite.

Studiando la storia della carta e del suo commercio, però, emergono anche alcune caratteristiche negative che fanno parte ancora oggi della nostra realtà sociale, politica ed economica. Nonostante gli sforzi fatti, fu impossibile sconfiggere o almeno limitare, complicità e frodi attuate fatte di comune accordo da privati e funzionari pubblici a danno della collettività.

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