Avendo letto e apprezzato molto "Ash" di Mary Gentle (trovate la mia recensione qui), ed essendo un'appassionata di tematiche di genere, non ho resistito a leggere la serie di Ilario della stessa autrice, ambientata nello stesso universo di "Ash" qualche decennio prima e con protagonista un ermafrodita, per l'appunto Ilario.
I due libri che la compongono, "Ilario: The Lion's Eye" e "Ilario: The Stone Golem", che di fatto compongono un unico romanzo, sono stati scritti nel 2006 e nel 2007, quindi 6 e 7 anni dopo "Ash". Per questo mi aspettavo qualcosa di simile all'opera precedente, ma migliore. In realtà non solo la storia ha un tono completamente diverso da quello di "Ash", ma l'ho trovata anche di livello inferiore.
Ma cominciamo dall'inizio: l'ambientazione è la stessa di "Ash", un XV secolo immaginario, ma estremamente verosimile anche grazie agli studi di storia medievale e di storia della guerra compiuti dall'autrice. Questa serie è ambientata nel regno spagnolo di Tarragona, a Cartagine, a Roma, a Venezia e a Costantinopoli e questi nuovi territori che ci vengono rivelati con la loro particolare fantastoria, cultura e politica sono forse il punto forte dei romanzi. Lungo la narrazione incontriamo anche personaggi storici come Masaccio, Leon Battista Alberti, Gutenberg e Onorata Rodiani (che appare anche in "Ash").
Il fantastico, che giocava una parte importantissima nel mondo del romanzo precedente, invece qui appare solo di sfuggita e come elemento secondario.
La trama ruota attorno all'ermafrodita Ilario (che è anche il narratore) che, dopo anni di schiavitù come giullare alla corte del re di Tarragona, viene finalmente liberato e parte per seguire il suo sogno di diventare apprendista di uno dei pittori della Nuova Arte, il Rinascimento. Ma presto si troverà al centro di una serie di intricatissimi intrighi politici...
Secondo me l'idea di partenza è estremamente affascinante, il problema sta nella realizzazione. Da una parte, per essere sostanzialmente un libro di avventura, manca di azione: le situazioni vengono risolte prevalentemente tramite lunghi, lunghissimi dialoghi dei personaggi o tramite intuizioni geniali. In secondo luogo manca di tormento e di passione: da subito Ilario viene affiancato da personaggi potenti che lo supportano e lo apprezzano per quello che è (nonostante sia un ermafrodito nel medioevo e soprattutto nonostante per avere 24 anni in quel periodo storico sia un po'troppo infantile e piagnucoloso). Quindi il protagonista è sempre in una situazione di relativa sicurezza, anche economica, e passa la maggior parte del libro a stuzzicarsi amichevolmente con i suoi compagni. In più finisce puntualmente per far pace con i suoi nemici, il che toglie parecchia tensione alle vicende.
Avendo intuito il tono di questi romanzi, speravo quantomeno di fare una lettura non eccellente, ma leggera. Invece nella postfazione ho trovato tutta la crudeltà, il tormento e l'angoscia che c'erano in "Ash" e mancavano in "Ilario", che, oltre a stridere un po'con il resto della narrazione, mi hanno lasciato una nota amara.
Non mi sento di sconsigliare questa serie anche se non l'ho trovata particolarmente riuscita, perché in ogni caso la trama funziona e i personaggi sono ben delineati, ma se dovete scegliere un libro della Gentle o comunque uno ambientato in un medioevo fantastico, non fatevi spaventare dal numero di pagine e leggete piuttosto "Ash".
Having read and enjoyed "Ash" by Mary Gentle (you can read my review here), and being really interested in gender issues, I could not resist reading the Ilario series of the same author, set in the same universe of "Ash" a few decades before and starring an hermaphrodite, Ilario.
The two books that compose it, "Ilario: The Lion's Eye" and "Ilario: The Stone Golem", which actually are more two parts a single novel, were written in 2006 and 2007, 6 and 7 years after "Ash". So I expected something similar to the earlier work, but better. But not only the story has a completely different tone from that of "Ash", but I found it of a lower level.
But let's start from the beginning: the setting is the same as "Ash", an imaginary fifteenth century, that seems very realistic thanks to the studies of medieval history and history of the war made by the author. This series is set in the Spanish kingdom of Tarragona, in Carthage, Rome, Venice and Constantinople and these new territories that are revealed with their particular fantastic history, culture and politics are perhaps the highlight of the novels. Along the story we also meet historical characters as Masaccio, Leon Battista Alberti, Gutenberg and Onorata Rodiani (who also appears in "Ash").
The supernatural, that played a very important part in the world of the previous novel, here appears only in passing, and not as a crucial element.
The plot revolves around hermaphrodite Ilario (who is also the narrator) who, after years of slavery as a jester at the court of the king of Tarragona, is finally freed and leaves to follow his/her dream of becoming an apprentice to one of the painters of the New Art, the Renaissance. But soon s/he will become the center of a series of intricate political intrigues...
I loved the idea, in my opinion the problem lies in how it was carried on. On one hand, to be essentially an adventure book, it lacks action: the situations are resolved primarily through long, long dialogues of the characters or through brilliant insights. On the other hand it lacks torment and passion: Ilario is immediately flanked by powerful people who support and appreciate him/her for what s/he is (despite being a hermaphrodite in the Middle Ages and especially being a bit too childish and whiny for a 24 year old of that period). So the protagonist is always in a position of relative safety, even economic, and spends most of the book friendly teasing and getting teased by his companions. Plus, s/he punctually ends up making peace with his/her enemies, which takes away a lot of tension from the events.
Having understood the tone of these novels, I was hoping at least to read a not excellent, but light story. Instead in the afterword I found all the cruelty, the torment and anguish that permeated "Ash" and were lacking in "Ilario", which, in addition to fitting oddly with the rest of the novel, left me a bitter aftertaste.
Even though I haven't found it particularly successful, I can't manage recommending not to read this series because in any case the plot works and the characters are well defined, but if you have to choose a book by Gentle or however one set in fantastic Middle Ages, don't be scared by the number of pages and rather read "Ash".
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