lunedì 30 settembre 2013

Keiko Ichiguchi: America


Keiko Ichiguchi è una fumettista giapponese popolare in Italia in quanto a 28 anni si è trasferita a Bologna e ha iniziato a lavorare contemporaneamente per case editrici italiane e giapponesi. Ha anche pubblicato una serie di libretti che indagano la cultura giapponese da un punto di vista "italiano", di cui il più celebre è "Perché i giapponesi hanno gli occhi a mandorla". Io purtroppo ho letto solo "Perché i giapponesi non amano essere toccati", terzo numero della rivista Keiko world, che pubblicava con la Kappa, e che ho trovato interessante e molto divertente anche grazie ad una serie di vignette inserite nell'opera.
Avevo letto un paio di episodi di suoi fumetti sempre su "Perché i giapponesi hanno gli occhi a mandorla" e mi ero fatta l'idea di un'autrice di shojo abbastanza classica, sia come tipo di storie sia come stile di disegno, uno stile che mi aveva convinto poco (mentre quello delle vignette l'avevo trovato carinissimo). La caratteristica dell'autrice che avevo trovato più interessante era l'ambientazione italiana di alcuni suoi manga, che dava nuovo materiale all'annosa discussione "hanno senso manga disegnati e ambientati fuori dal Giappone?".
Poi mi hanno regalato "America", un manga one shot che mi ha costretto a rivedere la mia opinione. Parla di un gruppo di giovani giapponesi che sognano di andare negli Stati Uniti. Questo sogno comune però è per tutti una sorta di fuga da una realtà difficile. Il tono dell'opera diventa quasi subito melodrammatico. Le situazioni dei vari personaggi vanno da disagi che si possono ritrovare nella normalità della vita di un adolescente a situazioni molto esasperate. Sono presenti vari topoi dello shoujo, tuttavia l'ho trovato un manga decisamente migliore di quanto mi aspettassi. A livello narrativo funziona bene, non è troppo scontato ed è molto coinvolgente.
Lo stile di disegno è ciò che ho apprezzato meno, perché rispetto alle opere che avevo già visto, successive a questo manga, le sproporzioni tipiche dello shojo classico risultano ancora più accentuate: ragazzi alti il doppio delle ragazze, con menti a punta e teste minuscole rispetto alle spalle e così via.
Continuo a preferire la Ichiguchi come saggista (se nel termine saggista si includono anche le sue strepitose vignettine comiche), ma l'ho molto rivalutata come mangaka. "America" non è un capolavoro, ma non è male e potrebbe essere un buon modo per iniziare a conoscere l'autrice.

Keiko Ichiguchi is a Japanese comic artist popular in Italy as she moved to Bologna at age of 28 and began to work simultaneously for Italian and Japanese publishers. She has also published a some books that explore the Japanese culture from an "italian" point of view. Unfortunately I 've only read " Why Japanese do not like to be touched", third issue of the magazine Keiko world, she published with the italian editor Kappa , and I found it very interesting and funny also thanks to a series of strips included in the work.
I had read a couple of episodes of her comics included in the above book and I got the idea she was a classic shojo author, both for the type of stories and the drawing style, a style that I didn't completely like (while I loved that of the stripes) . The characteristic of the author that I found most interesting was the Italian setting of some of her manga , which gave new material to the age-old question "can a comic designed and set outside of Japan be called a manga?" .
Then I was given "America" , a one-shot manga that forced me to revise my opinion. It's about a group of young Japanese who dream of going to the United States. This common dream, however, is for all of them a kind of escape from a difficult reality. The tone of the work becomes almost immediately melodramatic. The situations of the various characters range from discomfort that can be found in the normal life of a teenager to extreme situations. There are various topoi of the shoujo genre, but I found it a much better manga than I expected. On a narrative level it works well, the plot is not too obvious and it is captivating.
The drawing style is what I liked least, because compared to the works that I had already seen, that aresubsequent to this manga, the disproportion typical of classic shojo are even more pronounced: the boys are tall twice the girls, have pointy chins and tiny heads compared to the shoulders and so on.
I still prefer the Ichiguchi as an essayist (if, within essayist we also include her amazing strips), but I revalued her as a mangaka . "America" is not a masterpiece, but it's not bad at all and could be a good way to know the author.

Swap party con me a Milano

Grandi notizie per i lettori di Milano e dintorni che hanno sempre voluto partecipare ad uno swap party! Come, non sapete cos'è uno swap party? E' lo shopping del periodo della crisi, che consiste nel ritrovarsi per scambiare vestiti e oggetti ancora in buono stato che non piacciono più. Il principio è che quello che ti ha stufato può essere un tesoro per qualcun'altro.
Di swap party io ormai ne ho fatti un po'con le mie amiche (trovate i post a riguardo qui), ma la grande notizia è che ho convinto le proprietarie del centro studi dove lavoro, il Centro Studi Albatros in via Noe 17 a Milano, a organizzarne uno per farsi conoscere!!!
Sarà questo venerdì (il 4 ottobre) dalle 17 alle 21, scelto apposta per permettere anche a chi lavora di partecipare.
Si può portare di tutto per scambiarlo: vestiti, libri, accessori, borse, utensili e così via.
All'ingresso sarà consegnato un cartellino con il numero di oggetti portati e si potrà prendere solo un numero equivalente di oggetti per evitare scorrettezze (tipo qualcuno che arriva e si porta via tutto). Ci sono due ampi bagni che verranno adibiti ad uso camerino, quindi ci si potrà provare eventuali vestiti.
Non c'è assolutamente limitazione di sesso o di età.
Se venite mi troverete lì e potremo chiacchierare. Se vi fidate potrò anche darvi consigli su vestiti & co XD
Ai partecipanti sarà richiesto un piccolo contributo a sostegno dell'associazione.
Chi viene? ^^

Frange, scoiattoli e ghianda/Fringe, squirrels and acorn

Un altro outfit dai toni autunnali (ormai mi sto prendendo bene) con un tocco indiano dato dalla giacca di pelle scamosciata, dai mocassini e dagli orecchini a piuma.
Sotto una variante con i pantaloncini.
So di sembrare una vecchietta a dirlo, ma in questo periodo non so mai come vestirmi. La mattina fa freddino, così esco bardata con giacca, sciarpa e maglione e dopo un paio d'ore (o anche solo in metropolitana) devo togliermi la maggior parte degli strati per evitare di esplodere di caldo. Fosse una regola mi saprei gestire, ma poi ci sono i giorni in cui si schiatta e quelli in cui si gela. Mah. Le mezze stagioni forse un po' esistono ancora.

Another outfit from with autumnal tones (now I'm getting into the mood) with an Indian touch given by the suede jacket, by the moccasins and the feather earrings.
Under you can see a variant with shorts.
I know I sound like an old lady to say it, but in this time of the year I never know what to wear. The morning is chilly, so I go out wearing jacket, scarf and sweater and after a couple of hours (or even immediately on the subway) I have to take off most of the layers to avoid exploding because of the heat. I could manage it if it was a rule, but there are also really warm days and freezing ones. Mah. Maybe middle seasons still exist.

Orecchini/Earrings: Terranova (set, 1€ on sale)
Sciarpa/Scarf: Primark (3€)
Collana con ghianda/Acorn necklace: fatta io/selfmade
Anello/Ring: boh
Giacca/Jacket: usata, mercato di via Benedetto Marcello, Milano/used, Benedetto Marcello street open air market, Milan (1€)
Cardigan: H&M young (5€ on sale)
Maglietta/Tee: Promod (5€ on sale)
Gonna/Skirtfatta io/selfmade
Calzamaglie/Tights: bho

Shorts: Controcorrente (10€)

venerdì 27 settembre 2013

Day 2: Barcelona

Il secondo giorno ci alziamo prestissimo e arriviamo a Barcellona nelle 3 ore previste. Miracolosamente troviamo subito un posto libero vicino all'indirizzo dell'hotel (ma mai credere ai colpi di fortuna...vedrete!) e andiamo al numero a cui dovrebbe essere l'hotel. E' una casa normale. Controlliamo bene il foglio della prenotazione e scopriamo che è segnato anche il numero di piano e di appartamento, così, con un po'di inquietudine, proviamo a citofonare, anche se sul citofono non è segnato niente. Ci confermano che è l'indirizzo giusto, saliamo e scopriamo che quello che compariva su Hostelword come un albergo con tanto di foto è un appartamento normalissimo di cui il proprietario affitta (con tutta probabilità illegalmente) le stanze. In realtà non ci stupiamo troppo perché era segnalato nelle recensioni e avevamo deciso di prenotare lo stesso per l'ottima posizione e il costo bassissimo, ma ci rimaniamo comunque un po'male, tanto più che le stanze e la cucina sono molto piccoli e i due bagni e la cucina anche poco puliti.

The second day we get up early and arrive in Barcelona within the predicted 3 hours. Miraculously, we find immediately a free parking space near the hotel address (but never believe too much luck...you'll see!) we go to the street number that should be the hotel. It's a normal house. We check the booking and we discover that it also marked the floor number and apartment, so, with a bit of anxiety, we try to buzz, even if the intercom doesn't have any indication. They confirm that the address is right, we go up and find that what appeared as a hotel with lots of photos on Hostelword is actually a normal apartment of which the owner rents out rooms (probably illegally). To tell the truth, we aren't too surprised because it was reported in the reviews and we decided to book it anyway for the great location and the very low cost, but we still feel bad about it, especially as the rooms and the kitchen are very small and the two bathrooms and the kitchen also quite unclean.

Portate in stanza le valigie decidiamo di iniziare a girare la città. La Pelosa Metà non ci è mai stato prima, ma io sì, così ho deciso di portarlo in tutti i posti che mi sono piaciuti di più. Oggi il programma prevede Passeig de Gracia, una delle strade principali di Barcellona. La prima meta è casa Batllò, una delle opere più conosciute del famosissimo architetto Gaudì. Fuori c'è una lunga fila e le impiegate distribuiscono fra la folla ombrelli di carta in stile cinese per proteggersi dal sole (purtroppo poi vanno restituiti...). L'ingresso è salatissimo, però include un'ottima audioguida e la casa è davvero imperdibile. Ha delle innovazioni strutturali straordinarie, come un nuovo tipo di arco inventato da Gaudì ispirandosi alle costole dei cetacei e uno stile decorativo che mixa il modernismo a elementi tratti dalla natura e in particolare dal mare. Non ci sono linee rette e ogni particolare, dai mobili alle piastrelle alle vetrate e addirittura ai numeri sulle porte, per cui l'architetto ha ideato un nuovo tipo di caratteri, è una piccola meraviglia.

After bringing the suitcases to our room we decide to start visiting the city. The Hairy Half has never been before to Barcelona, but I did, so I decided to take him in all the places I liked the most. Today in the program there is Passeig de Gracia, one of Barcelona's main streets. The first destination is Batllo house, one of the best known works by the famous architect Gaudi. Outside there is a long line and the staff distribute among the crowd chinese style paper umbrellas for sun protection (unfortunately they wanted them back...). Admission is expensive, but includes an excellent audio guide and this house is really a must. It has extraordinary structural innovations, such as a new type of arch invented by Gaudi inspired by the ribs of cetaceans and a decorative style that mixes elements of modernism and nature, in particular from the sea. There are no straight lines and every detail, from the furniture to the tiles, the windows and even the numbers on the doors, for witch the architect has designed a new font, is a little wonder.

Usciamo che sono le 14 passate. Per gli spagnoli è ora di pranzo, per noi è già tardi e i nostri stomaci reclamano cibo a suon di ruggiti. La nostra amica Lilith, che era stata da poco a Barcellona, ci aveva consigliato il ristorantino Rossellò Balmes, all'incrocio delle omonime vie. Visto che è poco lontano decidiamo di andare lì. All'entrata fraintendo quello che dicono i camerieri e scelgo il menù in catalano. Dopo qualche tentativo ci arrendiamo e ci facciamo portare quello in inglese, con i camerieri che chiaramente ci etichettano come deficienti.
I prezzi ci spaventano un po', speravamo fossero più bassi, così decidiamo di accompagnare la brocca di sangria che abbiamo ordinato con solo tre tapas, e per fortuna! Le porzioni sono abbastanza abbondanti e unite all'antipastino offerto dalla casa (nachos con una salsa rosa piccante) e alle bruschette, che non ho capito se abbiamo pagato o no, ci saziano più che a sufficienza. Scegliamo il mini hamburger con filetto che ci aveva raccomandato la nostra amica, dei mini chorizo (il salame alla paprika locale) fritti e le patatas bravas, patate fritte piccantine con salse. E' tutto meraviglioso.

We go out at past 14. For the Spanish it is lunch time, for us it is quite late and our stomachs claim food roaring. Our friend Lilith, who was recently in Barcelona, ​recommended us the restaurant Rossellò Balmes, at the intersection of the streets with the same names. Since it is not far away we decide to go there. At the entrance I misunderstand what the waiters say and choose the menu in Catalan. After a few attempts we give up and ask them to bring one in English, after witch the waiters clearly label us as morons.
The prices scare us a bit, we hoped they were lower, so we decide to accompany the jug of sangria we ordered with only three tapas, and for goodness sake! The portions are quite generous and united t the free start of the house (nachos with a spicy cocktail sauce) and the toasted bread seasoned with oil and sliced tomatoes, which I did not understand if we paid or not, we eat more than enough. We choose the mini burgers with filet that our friend recommended, fried mini chorizo ​​(local paprika salami) and patatas bravas, spicy fried potatoes with sauces. It 's all delicious.


Dopo mangiato decidiamo di visitare casa Milà, un'altra famosa opera di Gaudì, in cui nemmeno io sono mai stata. L'ingresso è leggermente più economico che a casa Batllò, ma comunque caro. La Pelosa Metà a posteriori non l'avrebbe visitata, perché la parte veramente originale è solo il tetto.
Comunque sul momento non ci poniamo il problema. Saliamo con l'ascensore in cima alla casa, dove ci attende una foresta di stranissimi camini simili ai cloni di Star Wars. Per noi, ebbri di sonno e sangria, diventa un'esperienza ancora più assurda, condita dal tocco nonsense del cartello "vietato buttarsi dal balcone".
Dopo il tetto passiamo nel museo al piano di sotto, carino, ma non straordinario, dove la Pelosa Metà rischia di addormentarsi e i soliti cafonissimi turisti italiani lo segnano a dito dicendo ad alta voce "quello lì è partito".
Nella visita è incluso anche l'appartamento dei signori Milà, gli originali proprietari, che è conservato con il mobilio originale e mi piace tantissimo, sia perché adoro il modernismo sia perché mi permette di spiare la vita quotidiana dell'elite nella Belle Époque. Mi piacciono moltissimo gli abiti delle signore, la camera dove si stirano i vestiti, la cucina, ma la mia preferita è la camera dei bambini, piena di giocattoli fra cui una casa delle bambole stupenda in cui non mi dispiacerebbe vivere.
Nel bookshop mi tolgo uno sfizio e compro un libretto su Gaudì con fotografie bellissime per 10€.
A fine visita non è ancora tardissimo, ma la mancanza di sonno si fa sentire. Decidiamo di tornare all' "hotel" tramite l'Avingunda Diagonal, un'altra via molto importante, in modo da passare davanti a molti altri edifici interessanti. Raggiunta la nostra cameretta, nonostante l'atmosfera soffocante con la finestra da cui si può quasi toccare il palazzo di fronte e le lenzuola sintetiche, crolliamo e dormiamo a sbalzi per ben 12 ore.

After lunch we decided to visit Casa Mila, another famous work by Gaudi, in which I've never been. The entrance is slightly cheaper than at Batllo House, but still expensive. The Hairy Half in retrospect would not have visited it, as the only really original part is the roof.
However, at the moment we do not ask ourselves questions. We go up the elevator at the top of the house, where a strange forest of chimneys similar to clones of Star Wars expect us. For us, drunk with sleep and sangria, it becomes even more absurd, topped by the nonsense touch of the sign "do not jump off the balcony."
After the roof we visit the, nice, but not extraordinary museum downstairs, where the Hairy Half risk to fall asleep and the usual bad-mannered Italian tourists point him pit, saying aloud, "this one is gone"
The visit also include the apartment of the Mila family, the original owner, which is kept with the original furniture. I really enjoy it,  both as I love modernism and because it allows me to spy on the daily lives of the elite in the Belle Époque. I really like the dresses of the ladies, the room where the clothes are ironed, the kitchen, but my favorite is the children's room, full of toys including a wonderful dollhouse that I would not mind living in.
On a whim in the bookshop I buy a book about Gaudi with beautiful photographs for 10€.
At the end of visit is not yet late, but we feel the lack of sleep. We decide to go to the '"hotel" through the Avingunda Diagonal, another main road, so as to pass in front of many other interesting buildings. We reach our room and, despite the stifling atmosphere with a window from which you can almost touch another building and the synthetic bedsheets, we collaps and sleep (badly) for 12 hours.

Hotel Señorita

Innanzitutto non è un hotel. Non fidatevi del bellissimo sito e delle foto, sono falsi. E' un appartamento affittato -con tutta probabilità illegalmente- dal proprietario. Considerando che non lo trovo più su Hostelworld è possibile che lo abbiano rimosso.
Il palazzo di per sè è bellino e dotato di due ascensori, ma l'appartamento è un disastro. L'igiene delle zone comuni lascia a desiderare e anche il pesante odore di ganja non depone bene. La serratura è scassata.
Ci sono due bagni, di cui uno solo con water e lavandino e uno con anche una vasca da bagno con uso doccia, e una piccola cucina. Le camere sono veramente minuscole (almeno lo era la nostra, come potete vedere dalla foto). Ce ne sono circa 5 di cui la maggior parte con una finestrella che dà sulla casa di fronte, a pochissimi metri di distanza e la porta che dall'interno si chiude con una serratura a scorrimento e da fuori con un lucchetto. Vengono fornite lenzuola di cattiva qualità e un asciugamano.
Peraltro durante il nostro soggiorno è venuta a mancare completamente l'acqua con tutti i disagi del caso.
Il proprietario è stato abbastanza gentile. Una volta effettuato il check in si ottiene un mazzo di chiavi per entrare e uscire liberamente. C'è il wi-fi gratuito.
Il lato positivo di questa sistemazione sono l'ottima posizione, ad una mezz'ora di cammino dal Passeig de Gracia e un quarto d'ora dalla Sagrada Familia e l'ottimo prezzo (abbiamo pagato 29€ a notte in due), che renderebbero il soggiorno anche accettabile per periodi molto brevi (una o due notti al massimo), se non fosse per la presentazione truffaldina per cui questo "hotel" merita un boicottaggio totale.

First of all it is not a hotel. Do not trust the beautiful site and the photos, they are fakes. It's an apartment rentedd -probably illegally- by the owner. Recently I couldn't find it on Hostelworld, is possible that they have removed it.
The palace itself is nice and has two elevators, but the apartment is a disaster. The hygiene of the common areas leaves much to be desired and also the heavy smell of marijuana does not add to the atmosphere. The lock is busted.
There are two bathrooms, one with toilet and sink and one with a bathtub with shower, and a small kitchen. The rooms are really tiny (at least ours, as you can see from the photo). There are about 5 rooms of which most with a window that opens towards the house across the street, only a few meters away and witch door can only be closed with a slide lock from the inside and from the outside with a padlock. They provide bad quality bedsheets and a towel.
Plus during our stay the water run out completely with all the hardships of the case.
The owner was nice enough. Once you check in you get a bunch of keys to come and go freely. There is free wi-fi.
The positive sides of this accommodation are the great location, a half hour walk from Passeig de Gracia and fifteen minutes from the Sagrada Familia, and the great price (we paid 29 per night in two), which would make the stay even acceptable for very short periods (one or two nights at most), if it wasn't for the fraudulent presentation for wich this "hotel" is worth a total boycott.

Wonder Rocket, 2013 autumn collection

DETAIL
気球モカ
ダークブラウンダークブラウン
Con l'arrivo dell'autunno non poteva mancare la consueta recensione della nuova collezione di Wonder Rocket, marca mori storica fra le mie preferite. Come avevo già notato, lo stile del brand si è discostato abbastanza dal mori delle origini per un look più retrò kawaii, con minigonne e punto vita in evidenza, anche se si trova ancora qualche capo mori più classico. Il nuovo stile mi piace meno, ma ho trovato comunque capi che adoro, prima fra tutte la minigonna tappezzeria con libri e orsetti *W* E' assolutamente perfetta per me!! Visto che non me la posso permettere spero di trovare un giorno una stoffa simile per farmela.
Gli altri capi che ho preferito sono la spessa cintura di cuoio, il ciondolo con mongolfiera e orsetto e la borsa di cuoio a stampa floreale. Niente male anche l'orologio con la cassa a testa di gatto.

With the arrival of autumn I could not miss the usual review of the new collection by Wonder Rocket, historical mori brand among my favorites. As I have already noted, the style of the brand has diverged from the mori of the origins for a more retro kawaii feel, with short skirts and waist in evidence, although there is still some more classic mori piece of clothing. I like less this new style, but I still found items that I love, first of all the tapestry skirt with books and teddy bears *W* It is absolutely perfect for me! Since I can't afford it I hope one day I'll find a similar fabric to make me one.
The other items that I preferred are the thick leather belt, the pendant with balloon and teddy bear and the leather bag with floral print. The cat head shaped watch is not bad too.

DETAIL
キャメル
Per il resto ci sono proposte carine, ma non originalissime. Di queste la mia preferita è l'ennesima riproposizione della felpa con il coniglio. Ci sono ancora anche le bellissime scarpe che avevo notato la volta scorsa.

For the rest there are cute, but not very original proposals. Of these, my favorite is the umpteenth variation of the sweatshirt with the rabbit. There are still even the beautiful shoes that I had noticed last time.

giovedì 26 settembre 2013

So critical so fashion

So critical so fashion è un evento che ha luogo durante la settimana della moda di Milano, ed è dedicato ad una moda consapevole, indipendente ed etica. Ci sono andata con la mia amica Dorian Gray, fotografa di moda. Per me era la prima volta, lei ci era già stata.
All'ingresso ci hanno riempito di omaggi, cosa che pare essere una novità della manifestazione (di cui io non mi lamento di certo). In ogni sacchetto c'erano due tipi di tè, tre di shampoo (con due doppioni), due confezioni uguali di detergente per il viso, due di acqua termale dell'Avène e una crema per capelli al dattero (che è la cosa che mi ispira di più). Non ho mai provato nessuno di questi prodotti, se faccio scoperte particolarmente interessanti vedrò di pubblicare una recensione.

So critical so fashion is an event that takes place during Milan's fashion week, and is dedicated to a conscious, independent and ethical fashion. I went there with my friend Dorian Gra  a fashion photographer. For me it was the first time, but she had already been there.
At the entrance we got a ton o freebies, which seems to be a novelty for the event (of which I'm not complaining of course). In each bag there were two types of tea, three of shampoo (with two doubles), two packs of the same facial cleanser, two thermal water by Avène and a date hair cream (which is the thing that interest me more). I've never tried any of these products, if I'll discover something particularly interesting I'll post a review.

 
Il giro fra gli espositori è stato molto interessante. C'erano cose banali, cose talmente astruse che ci veniva voglia di ridere e cose interessantissime. C'erano una truccatrice e un parrucchiere a disposizione dei visitatori. C'era un bar con prodotti biologici e vegani. C'era chi si copiava a vicenda, chi sosteneva associazioni umanitarie in Africa, chi proponeva magliette sanguinarie inneggianti a uno stile di vita vegano...insomma è stata un'esperienza molto interessante.
L'atmosfera era molto "alternativa", fra il radical-chic e il pezzente snob, ma non così noglobal da essere sgradevole ai non iniziati (ho visto fighetti molto global aggirarsi liberamente senza essere sbranati).
I pezzi e i capi esposti avevano prezzi alti (almeno per le mie tasche), ma non irraggiungibili. Per dire, c'erano anelli da 50€, ma anche collane da 15. Tutto stava nel guardare, purtroppo però molti non esponevano i cartellini del prezzo, cosa che trovo fastidiosissima. In compenso però l'entrata era libera, quindi guardare era gratis.

The tour of the stalls was very interesting. There were trivial things, things so abstruse that we were trying not to laugh and very interesting things. There were a makeup artist and a hair stylist available to visitors. There was a bar with organic and vegan food. There were those who copied each other, those who supported charities in Africa, those who sold murderous t-shirts praising a vegan lifestyle...so it was a very interesting experience.
The atmosphere was very "alternative", between  radical-chic and tramp snob, but not so anti-globalization to be unpleasant to the uninitiated (I've seen a lot of very global looking peolple roam freely without being eaten).
The pieces on display had high prices (at least for my pockest), but not unattainable. For example, there were rings at 50€, but also necklaces at 15. Everything was in searching well, but unfortunately many did not put price tags, which I find annoying. On the other hand, however, the entry was free, so looking was free.

 
L'espositore che mi è piaciuto di più in assoluto è stato Giovanni Scafuro, che crea gioielli e oggetti per la casa con stoviglie rotte, posate, chiavi, serrature, occhiali...
Una meraviglia, vi consiglio sentitamente di cliccare sul suo nome e guardarvi il sito.

The exhibitor that I liked most of all was Giovanni Scafuro  who creates jewelry and objects for the home with broken crockery, cutlery, keys, locks, glasses...
Awesome, I recommend heartily to click on his name and browse his site.


Ci sono piaciuti moltissimo anche molti degli abiti realizzati dagli studenti del Politecnico di Milano. Il vestito di tulle coperto di fiori è il mio preferito, ma la giacca con dettagli in rilievo è semplicemente geniale!

We also liked very much many of the clothes designed by the students of the Polytechnic of Milan. The tulle dress covered in flowers is my favorite, but the jacket with embossed details is simply brilliant!

Mi sono innamorata di questa gonna di Moku, la voglio!

I fell for this skirt by Moku, I want it!

Geniali anche le magliette ecc. di Altriluoghi, tinte con sostanze naturali. Da brava caffeinomane la mia preferita è quella stampata con il caffè a motivi di chicchi e tazzine. Il loro motto è “Non fate la dieta, fate l’amore e mangiate la cioccolata”, non vi stanno già simpatici?

The T-shirts etc.. of Altriluoghi  dyed with natural substances, are also smart. Like a good coffee addicted my favorite is the ones printed with the motif of coffee beans and cups. Their motto is "Don't make diets, make love and eat chocolate", don't you love them already?

Mi sono piaciute molto anche le creazioni (soprattutto quelle dal tocco un po'steampunk e lolita) di Ramaya, anche se ho sentito della gente che diceva che alcune cose, specie quelle create con gli orologi, sono un po'troppo simili alla collezione dell'anno scorso della brava Kiyoko Hosoda. Mah...
Intanto ho deciso che devo procurarmi una goccia del vecchio lampadario di mia nonna (e anche chiavi, serrature, bottoni carini, orologi rotti...) XD

I also really liked the creations (especially those with a steampunk and lolita feel) by Ramaya  though I've heard people saying that some things, especially those created with watches, are a little too similar to the last year collection of  the good Kiyoko Hosoda. Mah...
Meanwhile, I decided that I need to get me a drop of the old chandelier of my grandmother (and keys, locks, cute buttons, broken watches...) XD

Non poteva mancare il tocco trash! Questo cappellino alla Piero della Francesca è impagabile XD Uguali!
Per fare le alternative a modo nostro, alla fine del giro abbiamo snobbato il bar vegan chic e siamo andate a comprarci ottimi tarallucci ad una piccola sagra dei sapori italiani poco distante XD

We could not miss trash discoveries! This Piero della Francesca style cap is priceless XD It's the same!
To be alternatives in our own way, at the end of the tour we snubbed the vegan chic bar and we went to buy us good tarallucci (a sort of breadstick snack typical of southern Italy. Images here) at a small Italian flavours festival not far from there XD

Biglietti da visita riciclati e outfit per il So critical so fashion/Recycled buisness cards and outfit for So critical so fashion

Domenica scorsa sono andata ad un evento della settimana della moda milanese di cui parlerò diffusamente nel prossimo post. Per ogni evenienza ho deciso all'ultimo momento di avere bisogno di biglietti da visita. Come fare? Visto che era un evento dedicato ad una moda etica, con particolare spazio per il riciclo, ho deciso di crearli tagliando delle confezioni di cartone che stavo buttando via. Dopodiché ho aggiunto a pennello il nome del blog e un piccolo disegno di un coniglietto antropomorfo con vestiti diversi in ogni biglietto.
Si può fare di più, ma ho deciso che i biglietti handmade mi piacciono: denotano attenzione per l'ambiente e cura per il cliente. E poi non costano praticamente niente XD

Last Sunday I went to an event of the Milan fashion week which I'll discuss in detail in the next post. Just in case at the last minute I decided that I needed business cards. What to do? Since it was an event dedicated to ethical fashion, with special space for recycling, I decided to create them by cutting cardboard packagings that I was throwing away. Then with brush and ink I added the name of the blog and a small drawing of an anthropomorphic bunny with different clothes for each ticket.
I could do more, but I decided that I like handmade cards: they denote attention to the environment and care for the customer. And they cost almost nothing XD

Naturalmente ho anche approfittato dell'occasione per indossare un po'di cose fatte da me sperando di attirare l'attenzione: il vestito mori-celtico ricavato da una vecchia gonna, la sciarpa che si trasforma in cappa, i mocassini trasformabili, la borsa modificata da me.
Poi ovviamente ho finito per non dare bigliettini e non essere assunta come stilista-modella, ma vabbè XD

Of course, I also took the opportunity to wear some of my creations, hoping to attract the attention: the mori-Celtic dress made ​​from an old skirt, the scarf that turns into a capletconvertible moccasins, a bag I altered.
And of course I ended up not giving cards and not being hired as a stylist-model, but oh well XD

mercoledì 25 settembre 2013

Premio dell'amicizia/Friend prize

Maria di Beauty - Fashion - Books mi ha insignito del premio dell'amicizia! 
Secondo le regole bisogna dire 7 cose di sé e poi assegnare il premio a 7 blogger sotto i 200 followers i cui blog leggiamo con piacere. Mi piacciono molto queste iniziative per fare conoscere piccoli blog degni di nota :D
Ormai ne avrete fin sopra i capelli di "cose su di me", ma vi racconterò lo stesso di qualche piccolo grande evento della settimana:

  1. Ho finito in tempo tutte le chine per il fumetto! Adesso devo farmi venire idee geniali sulla copertina
  2. Ho messo il piumone
  3. Ho bevuto la prima tisana calda della stagione e mangiato l'ultimo (?) gelato di stagione che era buonissimo (gusti: mandorla e zenzero+cannella)
  4. Ho terminato la mia terza maratona del Signore degli Anelli (di cui due in extended edition. Sì, sono pazza)
  5. Sono stata punta decisamente meno dalle zanzare, sento che le maledette stanno tirando le cuoia!
  6. Stiamo per installare telefono e ADSL a casa *_*
  7. Sto rivedendo un sacco di amici che non sentivo da prima delle vacanze, il che di solito implica mangiare come un maiale. Per cui sto anche tentando di andare in palestra due volte alla settimana
I premiati. Ho cercato di privilegiare blog che non avevo ancora premiato. Ah, visto che sono tutti italiani, alla fine ho deciso da brava pigrona di fare il post solo in italiano :P:

Mizusoup: illustrazioni sognanti di un'alternativa che ama il parkour e i biscotti con le goccie di cioccolato
Pazzi in libreria una libraia alle prese con le richieste più improbabili
The Pauper Fashionist trucchi, outfit, grandi donne, recensioni di libri e molto altro raccontati con ironia
La fumettista curiosa il blog di una vera fumettista di successo!
Swanza Blog ricette vegetariane, racconti, recensioni e vita quotidiana di una donna con un caratteraccio terrificante (no, non si offende, ci vogliamo bene...vero? Che fai adesso con la spada del bisnonno???)
Clockwork Fairy portatrice bona di curve, artista marziale e sarta, scrive di cosmetici, viaggi, moda e tanto altro
La donna Camèl scrittrice, propone interessanti esercizi di scrittura e stralci di vita quotidiana

La vergine azzura (Chevalier)/Virgin blue (Chevalier)


Chi mi segue da un po'di tempo sa che adoro i romanzi della Chevalier, autrice famosa per opere storiche dall'ambientazione molto curata incentrate su figure femminili.
Di suo ho letto (e recensito) Strane Creature The Lady and the Unicorn, Quando cadono gli angeli e La ragazza con l'orecchino di perla, che ha portato l'autrice alla ribalta.
"La vergine azzurra" è il suo primo romanzo e quello che finora mi è piaciuto meno. L'idea è interessante: la storia parallela di due donne, Ella, un'americana che si trasferisce in Francia e Isabelle, ragazza francese vissuta nel 1500, al tempo delle persecuzioni degli ugonotti. Le storie delle due donne hanno strani parallelismi, che a poco a poco si rivelano non essere solo casuali...i terribili avvenimenti della vita di Isabelle invadono così la pacifica vita di Ella, sconvolgendola.
Proprio per via di questi salti temporali è un romanzo un po'diverso rispetto a quelli successivi della Chevalier. Anche le descrizioni del passato sono meno approfondite e immersive rispetto a quelli posteriori. Ma la mancanza che ho percepito è stata sul versante dell'approfondimento psicologico. Le protagoniste sono donne di cui una ha avuto una vita segnata da innumerevoli traumi e una sta attraversando una crisi esistenziale. Tuttavia, sebbene i loro stati d'animo vengano spesso descritti, le motivazioni retrostanti alle loro azioni mancano quasi completamente. Forse l'idea era che risultassero evidenti senza doverle spiegare, il che è un ottimo principio di scrittura, ma più volte durante la lettura mi sono trovata a chiedermi "perché adesso fa questo? Non ha alcun senso! E perché quest'altra cosa la turba così tanto?". Insomma, ho trovato che fosse un po'carente quel meccanismo che spinge ad immedesimarsi con i personaggi. E' un problema che avevo rilevato in chiave minore anche ne "La ragazza con l'orecchino di perla": Le ambientazioni erano curatissime, le motivazioni psicologiche abbastanza chiare, ma non si riusciva ad immedesimarsi con la protagonista, insomma, mi risultava un po' "freddo". Ne "La vergine azzurra" l'atmosfera è molto più "calda", perché Ella è un personaggio sensibile ed emotivo, ma il problema è lo stesso, non si riesce a provare empatia per i personaggi. Ho pensato che potesse essere una questione personale, ma, visto che ho trovato tutti i romanzi successivi decisamente superiori da questo punto di vista, credo sia più probabile che questo difetto risulti da uno stile di scrittura ancora in maturazione.
Voi l'avete letto? Che ne dite?

Who follows me from some time knows that I love the novels by Chevalier , an author famous for historical works with a very accurate setting that focus on female figures.
By her I read (and reviewed) Remarkable Creatures The Lady and the UnicornFallen angels, and Girl with a pearl earring, that made the author famous.
"The Virgin Blue" is her first novel and so far the one I liked least. The idea is interesting: the parallel story of two women, Ella, an American who moved to France and Isabelle, a French girl who lived in the 1500s, at the time of the persecution of the Huguenots. The stories of the two women have strange parallels, which gradually turn out to be not just casual...so the terrible events of the life of Isabelle invade the peaceful life of Ella, turning it upside-down.
Because of these time shifts this novel is a little bit different the later ones by the Chevalier. Even the descriptions of the past are less detailed and immersive than in the later ones. But the lack I perceived was on the side of the psychological depth. The protagonists are women, one of which has had a life marked by numerous trauma and the other going through an existential crisis. However, although their moods are often described, the reasons behind their actions is almost entirely missing. Perhaps the idea was that they had to be evident without having to explain them, which is a great principle in writing, but several times while reading I found myself thinking " why does she do  this now? It doesn't make sense! And why this other thing disturbs her so much?" . In short, I found it to be a bit lacking in the mechanism that make the readers empathize with the characters. It's a problem that I found in a minor key also in "The Girl with a Pearl Earring" : The settings were awesomely described, the psychological motivations quite clear, but it was impossible to identify with the protagonist, in short, it seemed a little "cold" to me. In " The Virgin Blue " the atmosphere is much more "hot" as Ella is a sensitive and emotional character, but the problem is the same, you can not feel empathy for the characters. I thought it might be a personal matter, but , as I found all the subsequent novels much better from this point of view, I think it is more likely that this defect results from a still maturing writing style.

Have you read it? What do you think?

martedì 24 settembre 2013

Day 1: Carcassonne

Il 31 agosto inizia il nostro viaggio on the road. La meta è il sud della Spagna, ma, dato che la strada è lunga, abbiamo previsto una tappa intermedia in Francia a Carcassonne. Ci svegliamo prestissimo e riusciamo a partire poco prima delle 6. Google Maps prevede 7 ore di viaggio, che diventano molte di più, un po'per la pausa pranzo e un po'per le code, dovute soprattutto agli innumerevoli caselli francesi, che peraltro non accettano le nostre carte di credito Maestro e dobbiamo pagare tutti in monetine, sperando ci bastino.
Data l'ora, prima di visitare Carcassonne decidiamo di passare a lasciare giù i bagagli in albergo, in particolare la borsa frigo, che inizia ad essere provata. Ci addentriamo così nella campagna francese, fra girasoli, casette, grano e quelli che sembravano piccoli castelli, fino ad arrivare a Malves en Minervois, paesino distante circa un quarto d'ora di macchina da Carcassonne. Sono le 17 e l'orario dei check-in parte da mezz'ora dopo, così troviamo tutto sbarrato. Ne approfittiamo per fare un giretto. Vediamo il castello cittadino, che ora funge da biblioteca, che condivide il cortile con il nostro albergo, la chiesa dalla bella campana e arriviamo ad un piccolo parco. C'è qualche casetta, ma per il resto la città sembra finita.
Fra una cosa e l'altra arrivano le 17:30 e finalmente riusciamo a fare il check-in. Il personale è molto gentile e le stanze si trovano in un bell'edificio del XIII secolo...ovviamente senza ascensore. Trasciniamo le valigie al primo piano, ci diamo una rinfrescata e partiamo per Carcassonne.

On August 31, begins our on the road journey. The destination is the south of Spain, but, as the road is long, we planned a stopover in Carcassonne, France. We wake up early and leave just before 6. Google Maps forecasts 7 hours of journey, that become a lot more because of the lunch break and in particular of the queues, mostly caused by the numerous French tolls, which don't accept our Maestro credit cards, so that we have to pay all in quarters, hoping to have enough.
Given the time, before visiting Carcassonne we decide to go to leave your luggage at the hotel, especially the icebag. So we enter the French countryside, between sunflowers, houses, grain and what looked like small castles, until we get to Malves en Minervois, a village situated about a quarter of an hour's drive from Carcassonne. It's 17 and the time of check-in starts half an hour later, so we find everything closed. We take the opportunity for a look around. We see the city castle, which now serves as a library, which shares the courtyard with our hotel, the church with the beautiful bell and come to a small park. There are some small houses, but for the rest, the city seems over.
Between one thing and another, finally 17:30 arrive and we can do the check-in. The staff is very friendly and the rooms are located in a beautiful building of the thirteenth century...obviously without lift. We drag our suitcases to the first floor, give us a freshen up and leave for Carcassonne.

Fortunatamente riusciamo a trovare un parcheggio gratuito poco distante dalla cittadella medievale, perché quelli più vicini alle mura sono a pagamento. Andando verso la porta vediamo grondaie con teste di animali e murales di chiara ispirazione medievale. La cittadella da lontano è impressionante, sembra un giocattolo...e infatti a questa città è ispirato un omonimo gioco da tavolo (che la Pelosa Metà adora e io trovo noiosissimo).
Anche se la cittadella conserva fortificazioni romane, visigote, saracene e francesi medievali, il suo aspetto attuale è dovuta ad un intervento di restauro creativo di metà 1800, che oggi può non essere considerato molto ortodosso, ma che ha fatto la fortuna della città.

Fortunately, we find a free parking a short distance from the medieval citadel, because the ones closest to the walls are with fee. Walking towards the main door we see gutters with animal heads and clearly medieval inspired murals. The citadel is impressive from a distance, it looks like a toy... and in fact this city inspired a board game with the same name (the Hairy Half loves it, while I think it is very boring).
Although the citadel preserves Roman, Visigoths, Saracens and Middle Ages French buildings, its current appearance is due to a creative restoration of mid-1800s, which today can be considered very unorthodox, but that made the fortune of the city.

Ci inerpichiamo sulla collina ed entriamo dalla famosa porta Narbonese, dove campeggia il busto monumentale di dama Carcass, una figura legata alla città da una leggenda molto carina: al tempo in cui la città si trovava nelle mani dei saraceni, Carlo Magno, dopo averne fatto assassinare il re, la assediò per conquistarla. La regina, Dama Carcas, rimasta vedova, decise di prendere il comando dell'esercito. L'assedio e le battaglie durarono cinque anni e le forze saracene erano sempre più scarse, ma Dama Carcas inventò mille stratagemmi per far credere al condottiero avversario che la città traboccasse ancora di soldati e di ricchezze. Quando ormai i viveri erano quasi esauriti, la regina diede da mangiare ad un maiale il poco grano rimasto, e lo fece gettare dalle mura, in mezzo all'esercito nemico. Gli assedianti, credendo che la città avesse ancora abbastanza cibo da nutrire persino i maiali, si ritirarono. Dama Carcas per festeggiare fece suonare le trombe della città. E i soldati di Carlo Magno, udendo il suono gridarono: "Carcas sonne!" ("Carcas suona!"), dando così il nome alla città.

We climb up the hill and enter the famous port Narbonnaise, where stands the monumental bust of lady Carcass, a figure linked to the city by a very nice legend: at the time when the city was in the hands of the Saracens, Charlemagne, after having it's king assassinated, laid a siege to conquer it. The Queen, Dame Carcass, widowed, decided to take command of the army. The siege and battles lasted five years, and the Saracen forces were increasingly scarce, but Dame Carcass invented a thousand stratagems to trick the opponent leader to think that the city still overflowed with soldiers and riches. Just when the food was running low, the queen gave to eat the little grain left to a pigl, and had him thrown from the walls, in the middle of the enemy army. The besiegers, believing that the city still had enough food to feed even pigs, withdrew. Dame Carcass to celebrate made the trumpets of the city play. And the soldiers of Charlemagne, hearing the sound cried out: "Carcass sonne!" ("Carcass sounds!"), thus giving the city its name.

Dalla porta entriamo nella Rue Cros-Mayrevielle, un ammasso di negozietti ad uso e consumo dei turisti (i prezzi erano alti, anche se c'erano cose carine). L'atmosfera medievale è molto costruita e dà quasi l'aria che tutto sia finto.

From the door we enter Rue Cros-Mayrevielle, a cluster of shops for tourists (the prices were high, although there were nice things). The medieval atmosphere is very artificial and almost gives the impression that everything is fake.

Arriviamo al castello Comtal, che ora è sede di un museo, e purtroppo lo troviamo sbarrato.

We arrive at Comtal castle, which is now home to a museum, and unfortunately we find it barred.

Per fortuna la basilica di st. Nazaire ed ex cattedrale della città è ancora aperta. L'ingresso è gratuito, chi vuole la cartina della chiesa con tutte le spiegazioni può versare una piccola offerta. Anche questa è molto bella, ma talmente ben tenuta da sembrare finta.
Da amante del gotico mi perdo fra vetrate, gargoyle e piccole stranezze come un gufo moderno incastonato nella facciata, finché non arriva l'ora di chiusura.

Luckily the basilica of st. Nazaire and former chatedral of the city is still open. Admission is free, who wants the map of the church with all the explanations can pour a small donation.
The church is also very beautiful, but so well maintained that it seems fake.
As a lover of Gothic architecture, I lose myself between glass stained windows, gargoyles and little oddities like a modern owl embedded in the facade, until it's closing time.

Avevamo deciso di mangiare fuori durante la nostra unica tappa in Francia, così iniziamo ad aggirarci fra gli innumerevoli ristorantini turistici alla ricerca di una buona offerta. Abbiamo fame, quindi ne scegliamo una delle molte che offrono antipasto, piatto unico e dolce intorno ai 15€. Da bere, ricordandoci degli avvertimenti sui terribili prezzi del vino (pare che in caso sia meglio prenderlo a bicchieri), chiediamo acqua naturale, che non ci viene messa in conto. Come antipasto scegliamo una fetta di formaggio di capra con marmellata su pane tostato, accompagnata da insalata (molti menù offrono l'altrettanto tipico patè). Come primo la scelta obbligata è la cassoulet, il tradizionale stufato locale, che nel nostro caso contiene fagioli, salsiccia di maiale e cosce d'anatra. Per dolce la Pelosa Metà prende una torta al lampone, io provo l'ile flottante, un dolce composto da un'"isola" di albume montato e caramellato che fluttua su della crema inglese.
Per fortuna, nonostante il locale turistico, è tutto delizioso. Ci alziamo felici, ma decisamente appesantiti.

We decided to eat out during our only stop in France, so we begin to wander among the countless tourist restaurants looking for a good offer. We are hungry, so we choose one of the many that offer appetizer, main dish and dessert for around 15€. To drink, reminding of the dire warnings about the price of wine (it seems that in case it is best to buy glasses of it), we ask for still water, that isn't put into the account. As a starter we choose a slice of goat cheese with jam on toast, accompanied by salad (many menus offer the equally typical pate). As main dish the obvious choice is the cassoulet, the traditional local stew, which in our case contains beans, pork sausage and duck legs. For dessert the Hairy Half takes a raspberry cake, I try the ile flottante, a dessert consisting of a '"island" of caramelized whipped egg white floating on custard.
Luckily, despite the local for tourist, it's all delicious. We get up happy, but very heavy.

Si sta facendo notte e anche la mattina dopo dobbiamo svegliarci molto presto, così, dopo un giro nel corridoio fra le due cerchie di mura e dopo aver ammirato il panorama da una delle torri di guardia, torniamo all'hotel di Malves. La stanza finto-rustica è molto carina e accogliente e la finestra dà direttamente sul castello. Anche se dall'hotel più costoso del viaggio ci aspettavamo di più, siamo soddisfatti e dormiamo benissimo.

It's becoming night and even the next morning we have to wake up very early, so after a walk in the space between the two circles of walls and after admiring the view from one of the guard towers, we go back to the hotel in Malves. The faux-rustic room is very pretty and cozy with a window directly overlooking the castle. Although we expected more as the hotel was the most expensive of our trip, we are pleased and we sleep well.

Hotel Castel Chambres

Si trova in un edificio 13 ° secolo con le pareti in pietra e il cortile che dà sul castello cittadino.
Ha sia dormitori sia camere doppie. Camera nostra era carina e pulita, aveva una vasca da bagno con doccia, la tv, una poltrona e un armadio. Non c'era la porta del bagno, ma solo una tenda. Ci hanno dato due asciugamani a testa, oltre a due piccoli saponi e due mini bagnoschiuma. Per una notte abbiamo pagato 50€.
Lo staff non parla un buon inglese.
Attenzione perché, da quel che ho capito, al di fuori dell'orario del check-in (11-13, 17:30-20:00) in reception non c'è nessuno. Una volta fatto il check in però, si può entrare liberamente a qualsiasi ora.
La struttura è dotata di una piccola cucina con frigo, di un bar (apertura: 8:30-13:00, 17:30-20:00) e di un camino nella sala comune.
L'albergo offre anche la possibilità di fare colazione (con un supplemento di 5€), di avere in prestito gratuitamente una bicicletta e di giocare a ping pong (affittando racchette e palline).
Visto che dopo le 19 non ci sono autobus e i taxi costano molto, il personale si offre di andare a prendere chi ne avesse bisogno previa comunicazione.
Malves en Minervois è una cittadina che si gira in un'ora, ma può essere la base per molte escursioni interessanti.


It is located in a 13th century building with stone walls and a courtyard overlooking the Castle.
It has both dormitories and double rooms. Our room was nice and clean, had a bath with shower, TV, an armchair and a wardrobe. There was no bathroom door, only a curtain. We were given two towels per person, and two small soaps and two mini bubble bath. For one night we paid 50€.
Attention because, from what I understand, outside the check-in times (11-13, 17:30-20:00) reception there is no reception. Once checked in, however, you can enter freely at any time.
The hotel has a small kitchen with a fridge, a bar (hours: 8:30-13:00, 17:30-20:00), and a fireplace in the common room.
Staff doesn't speak a good english.
The hotel also offers the possibility to have breakfast (for an extra charge of 5€), to borrow a bike for free and play table tennis (renting rackets and balls).
Given that after 19 there are no buses and taxis are expensive, the staff offers to go to pick up those who need it if they communicate it in advance.
Malves en Minervois is a town that you can visit in an hour, but it can be the base for many interesting excursions.
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