"Azalea Rossa" (Red Azalea) è l'autobiografia della scrittrice cinese Anchee Min, pubblicata nel 1992 in inglese negli Stati Uniti, dove l'autrice è emigrata.
Il libro è diviso in tre parti: l'infanzia negli anni '60, il trasferimento in un campo di lavoro (in quel periodo era politica dello stato trasferire gli studenti dalle città a lavorare in campagna) e la sua formazione come attrice cinematografica per film di propaganda durante la Rivoluzione Culturale, dopo essere stata selezionata all'interno del campo da un talent scout. Il libro si conclude effettivamente con la morte di Mao nel '96, anche se l'autrice fa un brevissimo resoconto degli anni successivi fino al suo trasferimento negli Stati Uniti nel 1984.
Ognuno dei tre periodi vede un momento di conflitto con l'ideologia maoista in cui la protagonista a inizio libro crede ciecamente. Ma Anchee Min non ha remore nemmeno a parlare della sua vita sentimentale e sessuale, ed è particolarmente interessante la storia della sua relazione con una compagna del campo di lavoro in un mondo in cui non è considerata problematica tanto l'omosessualità quanto il sesso in generale.
La scrittura è scorrevole e coinvolgente, con qualche tono da romanzo rosa e un certo erotismo che sono il marchio di fabbrica dell'autrice. Una curiosità è che i nomi dei personaggi sono stati volutamente tradotti dall'autrice tenendo conto del significato e non della pronuncia. Quello che è davvero avvincente però sono i fatti narrati e soprattutto la descrizione di una Cina di cui l'Occidente di quegli anni sapeva molto poco e che ormai è scomparsa.
Questa autobiografia si situa più o meno nello stesso periodo in cui è ambientata quella di Jung Chang, "Cigni selvatici: tre figlie della Cina" (trovate la mia recensione qui), che ha solo cinque anni più di Anchee Min. Nonostante la quasi contemporaneità e la condivisione di molti episodi storici rilevanti, i due libri sono piuttosto diversi e quindi è ancora più interessante leggerli entrambi a breve distanza.
"Red Azalea" is the autobiography of the Chinese writer Anchee Min, published in 1992 in English in the United States, where the author emigrated.
The book is divided into three parts: her childhood in the 1960s, her transfer to a labor camp (at that time it was a state policy to transfer students from cities to work in the countryside) and her formation as an actress for propaganda movies during the Cultural Revolution, after being selected in the countryside by a talent scout. The book de facto ends with the death of Mao in 1996, although the author makes a brief account of the following years until her transfer to the United States in 1984.
Each of the three periods sees a moment of conflict with the Maoist ideology in which the protagonist at the beginning of the book believes blindly. But Anchee Min does not even hesitate to talk about her sexual and emotional life, and the story of her relationship with a girl at the labor camp is particularly interesting in a world where homosexuality is not considered as problematic as sex in general.
The writing style is fluid and engaging, with some romantic novel tones and some eroticism that are the trademark of the author. One curiosity is that the names of the characters have been deliberately translated by the author, taking into account the meaning and not the pronunciation. What is really addictive, however, are the facts told and, above all, the description of a China about which the West of those years knew very little and which has now disappeared.
This autobiography is more or less set in the same period as the one by Jung Chang, "Wild Swans: Three Daughters of China" (you can find my review here), who is only five years older than Anchee Min. While they share many relevant historical episodes, the two books are quite different so it is even more interesting to read them both in short order.
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