L'uscita al cinema di "Smetto quando voglio - Masterclass" è stata la scusa per recuperare il primo film "Smetto quando voglio", una commedia del 2014 diretta da Sydney Sibilia e sceneggiata dal regista in collaborazione con Valerio Attanasio.
Per me questo recupero era una necessità morale: infatti il film si incentra su di un gruppo di brillanti laureati, che tirano a campare con ripetizioni e lavoretti (story of my life, anche se qui si parla di veri e propri luminari nei rispettivi campi). Il protagonista è Pietro Zinni, un brillante neurobiologo di Roma che perde il suo lavoro all'università a causa della crisi economica. Spinto dalla disperazione, Pietro decide di usare le sue conoscenze per sintetizzare una nuova droga e mette su un giro di spaccio sfruttando le competenze e le risorse di amici nella sua stessa situazione: un chimico, un antropologo culturale, un economista, un archeologo e una coppia di latinisti.
In sostanza i presupposti sono simili a quelli di Breaking Bad, ma declinati in una commedia dell'assurdo che, pur senza raggiungere vertici di originalità, riesce a divertire lo spettatore con trovate sempre nuove.
Quello che invece è molto gradevole e originale è la gamma cromatica del film, tutta virata su colori acidi e super saturati, che si sposano bene con la tematica della droga.
In genere quello che detesto del cinema italiano è la recitazione, ma questa volta non ho niente da ridire, a parte un po' di mollaggine da parte del protagonista (il chimico, l'antropologo e l'economista sono attori decisamente più validi). Anche il dialetto risulta ben integrato nella narrazione e perfettamente comprensibile.
Insomma, fra questo e Pif sto recuperando fiducia nel cinema italiano.
The release of "I Can Quit Whenever I Want - Masterclass" was the excuse to catch up with the first film "I Can Quit Whenever I Want" a 2014 comedy directed by Sydney Sibilia and scripted by the director in collaboration with Valerio Attanasio.
For me, it was a moral necessity: in fact, the film centers on a group of brilliant graduates, who scrape by with hard and low level part time jobs (story of my life, even if here we are talking about real experts in their respective fields). The protagonist is Pietro Zinni, a brilliant neurobiologist living in Rome, who loses his job at the university due to the economic crisis. Driven by despair, Pietro decides to use his knowledge to synthesize a new drug, and puts on a gang leveraging the expertise and resources of some friends in the same situation: a chemist, a cultural anthropologist, an economist, an archaeologist and a pair of Latin scholars.
Essentially the premises are similar to those of Breaking Bad, but declined in an absurd comedy that, albeit it isn't a masterpiece, manages to entertain the viewer all the time.
Instead, what is very pleasant and original are the colours of the film, acid and super saturated, that go well with the theme of drugs.
Typically what I hate of Italian films is acting, but this time I could not pan it, apart from the protagonist being a little too weak (the chemist, anthropologist and economist are definitely more valid actors). The dialect is well integrated into the narrative and perfectly understandable.
Between this film and Pif I'm recovering some trust in the Italian cinema.
5 commenti:
Come sai, l'ho adorato e soprattutto al personaggio di Alberto ho voluto tanto ma tanto bene!
Adesso devi correre a guardare il secondo, mica è finita lì :P
Visto! Maledetti, il finale aperto proprio non ci voleva XD Devo solo trovare un attimo per recensirlo.
L' ho adorato e vorrei proprio vedere il seguito! Poi io Battiston (il chimico credo sia) e il protagonista li adoro come attori, guardati Perfetti Sconosciuti se non l'hai ancora visto, recitazioni favolose!
Un gioiellino italiano <3
@Miria: anche a me è piaciuto tantissimo Battiston. Perfetti Sconosciuti mi manca, grazie del consiglio!
@Marco: già! Ci vogliono più film così!
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