Il sesto giorno siamo andati a visitare il palazzo Topkapi, la prima e più longeva residenza dei sultani, utilizzata da metà 1400 a metà 1800 circa. La sua costruzione cominciò immediatamente dopo la conquista turca di Costantinopoli, nella zona del vecchio palazzo bizantino, allora già in rovina, di cui ora rimane solo qualche mosaico. Si è espanso fino a includere quattro corti e vari edifici più piccoli. Al culmine del suo splendore ospitava 4000 persone. Delle centinaia di stanze che lo compongono, solo parte è visitabile, ma il tour completo è comunque lunghissimo, almeno mezza giornata.
Per l'harem, cioè la parte riservata a mogli e concubine del sultano, ai loro figli e agli eunuchi, biogna comprare un biglietto a parte all'ingresso, anche se si trova all'interno del palazzo. Una volta entrati non c'è una biglietteria. Secondo me non ha senso non visitarlo, è una delle zone più belle dell'intero palazzo.
Se si comincia la visita la mattina, vale la pena di portarsi dietro il pranzo al sacco per non arrivare a fine visita con una fame spaventosa (in realtà all'interno c'è una caffetteria, ma costa tantissimo). Se si visita nel pomeriggio, bisogna fare i conti ancora meglio perché chiude presto, fra le 16 e le 18 a seconda del periodo dell'anno. L'harem chiude sempre un po'prima. Io calcolerei almeno quattro ore di visita.
On the sixth day we went to visit the Topkapi Palace, the first and most long lasting residence of the sultans, used from around mid-1400 to around mid-1800. Its construction began immediately after the Turkish conquest of Constantinople, in the area of the old Byzantine palace, which was already in ruins, of which now only mosaics remain. It expanded to include four courtyards and several smaller buildings. At the height of its splendor it housed 4,000 people. Of the hundreds of rooms that compose it, only a part is open, but the full tour is still very long, at least half a day.
To visit the harem, that is, the part reserved for wives and concubines of the sultan, their children, and the eunuchs, you have to buy a separate ticket, even if it is inside the building. Once inside there isn't a ticket office. I think it makes no sense not to visit it, as it is one of the most beautiful parts of the entire building.
If you begin your visit in the morning, it is worth to bring along a picnic lunch to avoid to arrive at the end of a visit with a terrible hunger (inside there is a cafe, but it costs a lot). If you visit it in the afternoon, you have to plan the timing even better because it closes early, between 16 and 18 depending on the time of year. The harem always closes some time before. I'd program at least a four-hour visit.
Il palazzo è davvero magnifico. Vale la pena di visitarlo con una guida (umana o cartacea) perché non sempre le antiche funzioni delle stanze sono evidenti e, anche quando lo sono, ci sono tantissime storie interessanti da raccontare sul Topkapi.
Il sito ufficiale per saperne si più è http://topkapisarayi.gov.tr/en
The building is truly magnificent. It is worth to visit it with a guide (human or made of paper) because the ancient functions of the rooms are not always clear and, even when they are, there are lots of interesting stories to tell about the Topkapi.
To know more, the official site is http://topkapisarayi.gov.tr/en
Ma il Topkapi non è un bel palazzo vuoto: ci si mette un sacco a visitarlo perché contiene collezioni di porcellane, abiti, armi, orologi, miniature ottomane, manoscritti calligrafici islamici, ritratti, una mostra di tesori ottomani e gioielli e una serie di importanti reliquie islamiche fra cui la spada e il mantello di Maometto.
Sono tutte interessanti, ma a me sono piaciute soprattutto quelle delle armi (spade ungariche di due metri! *_*), degli orologi e quella legata alle cucine di palazzo, in particolare le porcellane fusion fatte dai cinesi per il mercato ottomano, quindi magari con scritte in arabo o con innesti di patacconi dorati aggiunti successivamente dagli ottomani, come quelle in foto.
Vale la pena di vedere anche la mostra del tesoro del palazzo, con il famoso pugnale dorato con incastonati tre smeraldi e un orologio (!) nell'elsa, l'enorme diamante del cucchiaio e molti altri tesori inestimabili, fra cui uno scrigno di smeraldi buttati lì come fossero sassi. Invece secondo me chi non è musulmano o un appassionato di cultura islamica non riesce ad apprezzare veramente la mostra delle reliquie islamiche.
In teoria all'interno delle mostre è vietato fare foto, ma non me n'ero accorta, quindi delle porcellane ne ho qualcuna. Purtroppo delle cose che mi sono piaciute di più non c'era la cartolina nei vari bookshop del museo.
But the Topkapi is not a beautiful empty building: it takes a lot to visit it because it contains collections of porcelain, robes, weapons, clocks, Ottoman miniatures, Islamic calligraphic manuscripts, portraits, a display of Ottoman treasure and jewelry and a series of important Islamic relics including the sword and the mantle of Muhammad.
They are all interesting, but I especially liked those of weapons (two meters long Hungarian swords! *_*), watches and the one about the kitchens of the palace, in particular, the fusion porcelains made by the Chinese for the Ottoman market, so that tey could have Arabic writing or gold grafts added later by the Ottomans, such as those in the photo.
It is worthwhile also to see the exhibition of the treasures of the palace with the famous golden dagger with three emeralds and a clock (!) in the hilt, the huge diamond of the spoon and many other priceless treasures, including a treasure trove with emeralds thrown there as if they were stones. Instead I think anyone who is not Muslim or passionate about islamic culture can not truly appreciate the exhibition of Islamic relics.
In theory into the exhibitions is forbidden to take photos, but I had not noticed the sign, so I have some of the porcelain. Unfortunately, of the things I liked the most there wasn't the postcard in the various museum bookshop.
Quando siamo usciti dal palazzo era già il primo pomeriggio. Siamo andati al porto con l'intenzione di prendere un battello, ma prima ci siamo fermati a mangiare il celebre balık ekmek, un panino con pesce alla griglia e verdure come pomodori, cipolla, ecc. Ai primi morsi ci è piaciuto molto, aveva il tipico sapore affumicato dato dalle griglie che usano a Istanbul. Poi abbiamo iniziato a trovare le resche, e ci abbiamo messo un sacco a finire di mangiare senza infilzarci. Per non parlare del fatto che ci hanno puzzato di pesce le mani per il resto del giorno.
When we left the palace, it was already early afternoon. We went to the docks with the intention to take a boat, but first we stopped to eat the famous balık ekmek, a sandwich with grilled fish and vegetables such as tomatoes, onions, etc.. At the first bites we loved it, it had the typical smoky flavor given by the grids used in Istanbul. Then we started to find tfish scales, and it took a lot to finish eating without getting pierced. Not to mention the fact that our hands stank of fish for the rest of the day.
Ci abbiamo messo tantissimo a trovare la banchina per i battelli in direzione Halic (Corno d'oro) perché era nascosta dietro un parcheggio -.-
We spent a lot of time to find the dock for the boats in the direction of Halic (Golden Horn) because it was hidden behind a parking -.-
Il sevizio di battelli cittadini di Istanbul ha un simbolo fighissimo, dovrebbbero vendere le magliette.
The services of Istanbul public boats has a really cool cool symbol, they should sell t-shirts.
Durante il viaggio ad un certo punto il nostro amico ci ha indicato un sommergibile. Sul momento mi sono preoccupata, poi ho realizzato che stavo guardando il museo dei mezzi di trasporto!
During the trip, at some point our friend showed us a submarine. At the moment I got worried, then I realized I was looking at the museum of transport!
Siamo scesi ad Ayvansaray e abbiamo cominciato una passeggiata lungo i resti delle mura romane, che in alcuni pezzi sono ricostruite. I quartieri della zona erano molto più poveri di quelli del centro e la differenza si percepiva.
We got off at Ayvansaray and began a walk along the ruins of the Roman walls, of which some parts are rebuilt. The districts in the area were much poorer than those of the center and we perceived the difference.
Ci siamo fermati in un supermercato e io ho voluto assolutamente provare le patatine gusto "turca" (ma di marca americana) al pomodoro secco e semi di papavero: buone!
We stopped at a supermarket and I definitely wanted to try the "turca" taste chips (of an American brand), a mix of dried tomatoes and poppy seeds: good!
Camminando lungo le mura ci siamo imbattuti nel palazzo di Costantino VII Porfirogenito, imperatore bizantino dal 912 al 959. Era stato restaurato, ma non abbiamo visto accessi per visitarlo.
Walking along the walls we ran into the palace of Constantine VII Porphyrogenitus, Byzantine emperor from 912 to 959. It had been restored, but we have not seen an accesses for visitors.
Continuando a seguire le mura siamo arrivati a uno dei più importanti esempi di architettura bizantina esistenti, la chiesa di S. Salvatore in Chora, costruita nel V secolo, trasformata in moschea nel XVI secolo e in museo nel 1948. "In chora" significa "in campagna", perché all'epoca della sua costruzione la chiesa si trovava fuori dalle mura. Ha subito una serie di ricostruzioni già in epoca bizantina, quindi la forma attuale risale al XIV secolo.
Contiene una serie di bellissimi mosaici e affreschi che risalgono a un periodo fra il 1315 e il 1321, coperti di calce durante il periodo in cui è diventata una moschea.
Purtroppo abbiamo potuto visitare solo la parte anteriore, perché il resto era chiuso per restauri. Ci siamo rimasti un po' male, ma almeno il biglietto era incluso nella carta dei musei.
Trovate più informazioni su questo museo sul sito ufficiale: http://www.choramuseum.com/
Continuing to follow the walls we arrived at one of the most important existing examples of Byzantine architecture, the church of St. Saviour in Chora, built in the fifth century, converted into a mosque in the sixteenth century and in the museum in 1948, "In chora" means "in the country", because at the time of its construction the church was located outside the walls. It underwent a series of reconstructions already in the Byzantine period, so the present form dates back to the fourteenth century.
It contains a number of beautiful mosaics and frescoes dating back to a period between 1315 and 1321, covered with lime during the period when it became a mosque.
Unfortunately we could visit only the front part, because the rest was closed for renovations. We were a little sad, but at least the ticket was included in the museum pass.
You can find more information about this museum on the official website: http://www.choramuseum.com/
Usciti, abbiamo proseguito il cammino lungo le mura. In alcuni punti si può salire e ne abbiamo approfittato per goderci il panorama della città dall'alto. Però non si possono percorrere le mura dall'alto perché si interrompono. Abbiamo provato a risalire più avanti, ma quel pezzo sembrava pericoloso e abbiamo lasciato perdere. Più andavamo verso il centro della città più le mura apparivano curate e restaurate.
After, we continued walking along the walls. In some places you can go up and we took the opportunity to enjoy the panorama of the city from above. But you can not walk for long on top the walls because they aren't completely restored. We tried to go back up later, but that part looked dangerous and we gave up. The more we walked toward the center of the city, the more the walls seemed looked after and restored.
Abbiamo camminato fino ad Aksaray, dove abbiamo visto stuoli di poliziotti, forse per qualche preparativo per la festa della vittoria del giorno dopo.
We walked up to Aksaray, where we saw crowds of policemen, perhaps for some preparations for Victory Day that was the next day.
Lì ci siamo separati: i nostri amici sono tornati in metropolitana a Sultanahmet per cenare al ristorante Matbah, che serve ricostruzioni dei piatti che si servivano alla mensa dei principi ottomani. Sfogliando il menù a noi non interessava moltissimo, in più era un po'caro (sulle 60TL con un piatto, l'acqua e il servizio), così abbiamo lasciato perdere. Pare che però il pollo al miele fosse ottimo.
There we separated: our friends went back to Sultanahmet by the subway to dine at the Matbahrestaurant, which serves reconstructions of the dishes that were served at the table of the Ottoman princes. Flipping through the menu we weren't so interested, plus it was a bit expensive (about 60TL with a dish, water and service), so we gave up. But it seems that the honey chicken was excellent.
Noi invece siamo andati verso l'acquedotto di Valente.
We instead went to the Aqueduct of Valens.
L'abbiamo attraversato proseguendo su İtfaiye Caddesi, una via con ristoranti, negozi di alimentari e, in fondo, spezie a buon mercato e macellai con carcasse di capre in vetrina (abbiamo visto anche una capra viva che vagava). L'ho trovata una strada vivace, ma molto locale, in qualche modo rilassata.
We passed through it continuing on Itfaiye Caddesi, a street with restaurants, grocery stores and, at the end, cheap spices stores and butchers with goats' carcasses in the window (we also saw a live goat wandering). I found it a lively street, but really local and somehow relaxed.
Seguendo i consigli della Lonley abbiamo mangiato in quello che è stato uno dei ristoranti più memorabili del nostro viaggio, il Siirt Fatih Buryan Salonu, specializzato in piatti tipici della città di Siirt, vicino al confine siriano. Abbiamo provato il perde pilavi, riso speziato con mandorle, pinoli e uvetta, servito in una sfoglia sottile, che quando è arrivato a tavola sembrava un budino, e il büryan, un piatto composto da bocconcini insieme morbidi e croccanti di agnello serviti su pane croccante (che continuo a sognarmi di notte). Il servizio è stato il più cortese del viaggio e ci è stato anche offerto il tè. Una cena davvero soddisfacente!
Following the advice of Lonely Planet, we ate in what was one of the most memorable restaurants of our trip, the Siirt Fatih Buryan Salonu, specialized in dishes from the city of Siirt, near the Syrian border. We tried the perde pilavi, spicy rice with almonds, pine nuts and raisins, served in a thin pastry, that when it arrived at the table seemed like a pudding, and Buryan, a dish consisting of soft and crispy lamb morsels served on crusty bread (I continue to dream of it at night). The service was the nicest of the journey and we were also offered tea. A really satisfying dinner!
Siamo tornati a piedi fino all'albergo, attraverso strade principali piene di negozi, e ci siamo riuniti ai nostri amici. Dopo una doccia, visto che era la loro ultima sera in città (prima del pasticcio dei passaporti avevano prenotato un volo che tornava prima del nostro), abbiamo deciso di fare qualcosa di tipico (o di tipicamente da turisti) e andare a fumare il nargilè. Siamo rimasti a Sultanahmet, optando per il Meşale Cafe, che la Lonley descriveva come una simpatica e non troppo costosa trappola per turisti con musica e spettacoli dal vivo. Infatti quando siamo arrivati c'era un "derviscio" che ruotava sul palco.
Di per sé il nargilè non è economicissimo, ma il costo si divide fra le persone che lo usano, quindi alla fine abbiamo pagato molto poco. Abbiamo scelto il tipico tabacco alla mela.
Di quattro persone abbiamo avuto tutti reazioni diverse, dall'attacco di nausea al nulla totale. Ovviamente io sono quella che non ha sentito niente XD. In ogni caso non è stato male, aveva un buon sapore (e lo dico io che non ho mai fumato), tranne alla fine quando la mela ha lasciato troppo il posto al tabacco.
We walked back to the hotel through the main streets full of shops, and we got together with our friends. After a shower, as it was their last night in town (before the the problem with the passport they had booked a flight returning before ours), we decided to do something typical (or typically touristy) and went to smoke a nargile. We stayed in Sultanahmet, choosing Meşale Caf, that the Lonley described as a nice and not too expensive tourist trap with live music and shows. In fact, when we arrived there was a "dervish" whirling on the stage.
In itself, the nargile is not so cheap, but the cost can be divided between the people who use it, so in the end we paid very little. We chose the typical apple tobacco.
Of four people we all had different reactions, from a nausea attack to totally nothing. Obviously I'm the one who didn't feel anything XD. In any case, it was not bad, it tasted good (and I had never smoked), except at the end, when the apple left too much room for the tobacco.
5 commenti:
"Ovviamente io sono quella che non ha sentito niente"... ahahah.. una donna d'acciaio! xD
Oppure sono un'insensibile...XD
Che luoghi stupendi!
Quei due piatti hanno un'aria meravigliosa *__*
Sarà che ho fame ma mi stanno facendo venire l'acquolina :D
@Marco: già, mi sono piaciuti tantissimo!
@Acalia: guarda, me li sogno ancora!
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