La prima giornata di esplorazione comincia con una bella colazione in ostello, il primo assaggio di tè turco (buonissimo) e stuoli di gatti mendicanti. Istanbul è piena di gatti randagi, che tendono ad essere di piccola taglia e assolutamente adorabili per riuscire a farsi dare da mangiare da locali e turisti. La città è anche piena di cani randagi, tutti di taglia medio-grande e molto simili fra loro, che di giorno, con il caldo, stanno sdraiati in giro e sembrano morti e la notte invece vagano per le vie. Pare che i branchi di questi cani siano un problema di Istanbul da secoli.
The first day of exploration begins with a nice breakfast at the hostel, the first taste of turkish tea (yummy) and crowds of beggar cats. Istanbul is full of stray cats, which tend to be small and absolutely adorable to be able to scrounge food from locals and tourists. The city is also full of stray dogs, all of medium-large size and very similar to each other, that by day, with the heat, lie around and look dead like and the by night roam the streets. It seems that the herds of these dogs are a problem that Istanbul has from centuries.
Seguendo i consigli di Wanderlust, un blog che abbiamo consultato per preparare il viaggio, abbiamo deciso di andare ad Ortaköy, un quartiere un po' lontano che abbiamo raggiunto in tram e autobus, famoso per la piccola moschea color perla e per il mercato della domenica.
Following the advice of Wanderlust, a blog that we consulted to prepare for our trip, we decided to go to Ortaköy, a neighborhood quite far from the centre that we reached by tram and buse, famous for its small pearl-colored mosque and its Sunday market.
"Fantastic! What an awesome architecture! And look at the tiles!" "Ok, let's go" |
La moschea da fuori era molto carina. Abbiamo voluto visitare anche l'interno. Ci siamo tolti le scarpe (i musulmani prima di entrare si lavano anche i piedi, e forse bisognerebbe imporlo anche ai turisti perché nelle moschee più visitate c'era una discreta puzza di piedi), io mi sono coperta i capelli con lo scialle che mi ero portata e siamo entrati per la prima volta nella nostra vita in una moschea.
Una volta dentro abbiamo scoperto una grande verità: le moschee, anche le più grandi e le più belle, si visitano molto velocemente perché sono sostanzialmente stanzoni decorati, senza le nicchie, statue, dipinti e così via tipici delle chiese.
The mosque was very pretty from the outside. We wanted to visit the interior too. We took off our shoes (prior to entering mosques Muslims also wash their feet, and maybe they should impose it also to tourists because in the most visited mosques there was smell of feet), I covered my hair with a shawl that I 'd brought and we entered in a mosque for the first time in our lives.
Once inside we discovered a great truth: mosques, even the biggest and the most beautiful, are really quick to visit ecause they are essentially large decorated rooms, without the niches, statues, paintings, etc. typical of the churches.
Ho insistito per fare un giro al mercato, che però era molto turistico e poco interessante, se non che ho scoperto che i turchi leggono i fumetti Bonelli!!! Una scoperta ancora più bizzarra sono stati i telefoni pubblici a forma di delfino.
Abbiamo provato a dare un'occhiata alla sede locale dell'House Cafè, una famosa catena turca di caffè, ma rispetto a quella che avevamo indovinato essere la media locale, il cibo costava molto. Visto che era ancora presto abbiamo deciso di farci a piedi il percorso dell'autobus dell'andata per fermarci a visitare l'ultimo palazzo dei sultani, che si trovava lungo la strada (come pure il museo della navigazione).
I insisted on exploring the market, but it was very touristy and not so interesting, except that I discovered that Turks read italian Bonelli comics!!! A discovery even more bizarre were the public phones in the shape of dolphins.
We took a look at the local House Cafe, a popular chain of Turkish cafè, but compared to what we guessed to be the local media, the food was expensive. Since it was still early we decided to walk backward the path of the bus and visit the last palace of the sultans, which was along the road (as well as the maritime museum).
La lunga camminata ci ha permesso un'occhiata più approfondita alla città, ma siamo arrivati alla meta che era tardi ed eravamo esausti. Mi sono rifiutata di visitare il palazzo senza aver prima mangiato, così ci siamo fermati (dopo esserci fermati ai bagni della moschea vicina - le moschee hanno sempre un bagno, in genere a pagamento) in un posto consigliato dalla Lonley, una caffetteria economica e con una fantastica vista sul Bosforo proprio sotto l'ornata torre dell'orologio costruita a fine 1800, nella zona del parcheggio. Abbiamo provato il gözleme, una sfoglia ripiena morbida e sottile, io al formaggio e lui alle patate (la sua era più saporita), accompagnato dall'Ayran, una bevanda leggermente salata allo yogurt. Il panorama era davvero bello e il servizio cortese e ci siamo riposati un po'.
The long walk allowed us to take a closer look at the city, but when we got to our destination it was late and we were exhausted. I refused to visit the palace without having eaten first, so we stopped (after stopping at the bathrooms of the nearby mosque - Mosques always have a bath, usually for a little fee) to a place recommended by the Lonely, a cheap café with fantastic views of the Bosphorus just below the ornate clock tower built in the late 1800s, in the area of the parking lot. We tried the gözleme, a soft and subtle filled pastry. I choose the cheese and he the potatoes filling (his was more flavorful), accompanied by Ayran, a slightly salty yogurt drink. The view was really nice and the service friendly and we rested a bit.
Dopo pranzo ci siamo messi in fila per visitare il palazzo Dolmabahçe. Per fortuna non abbiamo atteso molto, ma il biglietto completo costava 40TL, parecchio considerando il costo della vita locale, e non era incluso nell'offerta della carta dei musei.
Il palazzo è stato fatto costruire a metà 1800 dal sultano Abdülmecid I, stufo del precedente, il medievale palazzo Topkapı, che era privo della modernità e di certi lussi propri delle residenze dei monarchi europei. Il palazzo mischia stile ottomano, barocco, rococò e neoclassico ed è diviso in due parti: un'ala di rappresentanza e l'harem, dove viveva il sultano con le sue mogli e i suoi figli.
La costruzione di questa lussuosissima residenza ha contribuito al successivo tracollo finanziario dell'impero.
Abbiamo trovato l'esterno relativamente sobrio, simile a una residenza reale europea, con bei giardini, fontane, bizzarre statue di leoni e una bella vista sul Bosforo.
After lunch we lined up to visit Dolmabahçe Palace. Fortunately we didn't wati much, but the full ticket costed 40TL that, considering the local cost of living, was a lot and was not included in the offer of the museums pass.
The palace was built in the mid 1800's by Sultan Abdülmecid I, tired of the previous, the medieval Topkapı Palace, which was devoid of the modernity and of certain luxuries of the residences of European monarchs. The building is a blend of Ottoman style, baroque, rococo and neo-classical and is divided into two parts: one representative wing and the harem, where the sultan lived with his wives and his children.
The construction of this luxurious residence contributed to the subsequent financial collapse of the empire.
We found the exterior relatively simple, similar to a royal residence in Europe, with beautiful gardens, fountains, bizarre statues of lions and a beautiful view of the Bosphorus.
Purtroppo è obbligatorio visitare le vare aree interne del palazzo con dei tour, che procedono molto veloci e non sono molto soddisfacenti, perché la massa di turisti rende difficile capire le guide, che spesso hanno anche un forte accento e tendono a perdere la pazienza con i molti che fanno foto nonostante sia vietato.
Per il tour ci hanno fatto indossare delle sovrascarpe di plastica, in modo da non rovinare l'ambiente, cosa che però non è capitata in nessun'altra visita.
Unfortunately, you have to visit the internal areas of the building with compulsory tours, which go very fast and are not really satisfactory, because the mass of tourists makes it difficult to understand the guides, who often have a strong accent and tend to lose patience with the many who do photo despite being forbitten.
For the tour we were made to wear plastic overshoes, so as not to ruin the environment, something that didn't happen in any other visit.
L'interno del palazzo, soprattutto dell'area di rappresentanza, ci ha colpito con un'opulenza quasi grottesca: enormi lampadari di cristallo, decorazioni dorate, tappeti immensi, pelli d'orso, vasi ming, zanne d'elefante decorate, maniglie di porcellana dipinta, scalinate con elementi in cristallo e così via. Mi sono immaginata il sultano che correva per le stanze urlando "glitter, più glitter!!!".
Visto che farle era vietato, le foto sopra vengono da Wikipedia.
L'harem era leggermente più sobrio. In una delle sue stanze è morto Atatürk, il fondatore del moderno stato turco.
Purtroppo invece era chiuso alle visite il Crystal Kiosk, una veranda con tantissime finestre e una fontana, una seggiola e un pianoforte fatti di cristallo.
Se il palazzo Dolmabahçe vi ha affascinato potete trovare più informazioni sul sito ufficiale (http://www.millisaraylar.gov.tr/portalmain-en/default.aspx) o farne il tour virtuale in 3D sul sito http://www.3dmekanlar.com/en/dolmabahce-palace.html.
The interior of the building, especially the representative area, hit us with an almost grotesque opulence: huge crystal chandeliers, gilded decorations, immense carpets, bearskins, ming vases, elephant decorated tusks, painted porcelain handles, stairways with crystal elements and so on. I imagined the Sultan running from room to room screaming "glitter, more glitter!!!".
Since it was forbidden to take them, the photos above are from Wikipedia.
The harem was slightly more sober. In one of its rooms died Atatürk, the founder of the modern turkish state.
Unfortunately, however, was closed to visitors the Crystal Kiosk, a conservatory with lots of windows and a fountain, a chair and a piano made of crystal.
If the Dolmabahçe Palace fascinated you can find more information on the official website (http://www.millisaraylar.gov.tr/portalmain-en/default.aspx) or take a virtual 3D tour on the website http://www.3dmekanlar.com/en/dolmabahce-palace.html.
Dopo esserci un po'riposati nei giardini del palazzo, abbiamo deciso di proseguire verso il quartiere di Beyoğlu, per cercare un posto dove cenare. Ci siamo ritrovati in İstiklâl Caddesi, una via molto elegante e commerciale in cui si trovano negozi come Mango e H&M, in cui passa un tram piccolo piccolo e che finisce nella famosa piazza Taksim.
C'era un ristorante che ci interessava che secondo la guida era chiuso, così abbiamo optato per un vegetariano lì vicino. E' andata a finire che invece il vegetariano era chiuso e la nostra prima scelta, il
Gani Gani Şark Sofrası in Naum Paşa Konağı, aperta.
After getting some rest in the gardens of the palace, we decided to head towards the district of Beyoğlu, to look for a place to dine. We found ourselves in İstiklâl Caddesi, a very elegant and commercial street where there are shops like Mango and H & M, served by a tiny little tram that ends in the famous Taksim Square.
Ther restaurant we were most interested in, according to the guide was closed, so we opted for a vegetarian one nearby. It turned out that the vegetarian was closed and our first choice, the
Gani Gani Sark Sofrası in Naum Paşa Konağı, was open.
Da fuori non sembra decisamente granché, sembra un qualunque posto di kebab. Quando si entra però ci sono tre piani di salette decorate, di cui quelle al piano superiore con la tradizionale seduta all'anatolica, ovvero su cuscini intorno a tavolini bassi (ovviamente prima bisogna togliersi le scarpe). A entrambi è piaciuta tantissimo!
From the outside it does not seem such a nice place, it looks like a common kebab restaurant. When you enter, however, there are three floors of decorated dining rooms, including those on the upper floor with the traditional anatolian sitting, that is on cushions around low tables (of course first you need to take off your shoes). We both loved it!
Abbiamo provato i piatti consigliati, che erano il pide e i manti. Ci hanno servito un antipasto gratuito composto da una sfoglia di pane rigonfia e da una salsa piccante, che nella nostra ignoranza abbiamo scambiato per il pide. Poi è arrivato il vero pide, una sfoglia spessa e croccante che la Pelosa Metà ha scelto ripiena al salame piccante, trovandola buona ma non eccezionale. Infine sono arrivati i manti, piccoli ravioli ripieni di carne macinata di agnello e ceci, cotti al vapore e serviti con una salsa composta da yogurt e aglio, a sua volta condita da una salsa più liquida di peperoncino in polvere e burro fuso. Una cosa meravigliosa, sono piaciuti perfino alla Pelosa Metà che odia lo yogurt.
Però abbiamo completamente sbagliato sulle bevande, scegliendo il şalgam suyu, succo salato di rapa e carota nera, che era davvero terribile. In tutto abbiamo pagato circa 20TL a testa (circa 7€).
Dopo questo pasto fantastico, perdendoci un po', siamo tornati all'albergo esausti per i chilometri macinati.
Visto che il ristorante ci era piaciuto tantissimo, ci siamo tornati in seguito con i nostri amici. La Pelosa Metà ha preso il pide con il pastırma, la versione turca del pastrami, che abbiamo trovato buonissima. Purtroppo però questa seconda volta ci sono stati problemi con il cameriere che non parlava inglese e abbiamo quasi la certezza che un secondo cameriere piuttosto aggressivo ci abbia fregato sulla mancia (in Turchia bisogna lasciare il 10%, ma i turisti devono stare attenti perché ogni tanto viene già inclusa nello scontrino).
We tried the recommended dishes, which were pide and manti. We were served a complimentary appetizer consisting of an inflated sheet of bread and a spicy sauce, which in our ignorance we tought was pide. Then came the real pide, a thick and crispy pastry that the Hairy Half chose stuffed with pepperoni, and that he found good but not exceptional. Finally came the manti, small ravioli stuffed with minced lamb and chickpeas, steamed and served with a sauce made from yogurt and garlic, topped by a more liquid sauce of chili powder and melted butter. Awesome, even the Hairy Half who hates yogurt liked them.
But we completely failed on the drinks, choosing şalgam suyu, salted turnip and black carrot juice, which was really terrible. We paid about 20TL per person (about 7€).
After this amazing meal, getting a bit lost, we returned to the hotel exhausted for the many miles we walked.
As we liked so much this restaurant, we returned to it another day with our friends. The Hairy Half took pide with pastirma, the Turkish version of the pastrami, which we found really good. Unfortunately, however, this second time we had been problems with a waiter who spoke no English and we are almost certain that a second rather aggressive waiter cheated on the tip (in Turkey you should leave a 10% tip, but tourists need to be careful because sometimes it is already included in the bill).
8 commenti:
Il palazzo Dolmabahçe è l'unico posto che noi abbiamo visitato fuori dal viaggio organizzato. Il nostro aereo partiva nel pomeriggio e la guida ce l'ha consigliato per una visita fai-da-te, anche perché era relativamente vicino all'albergo (contando anche che, avendo fatto un viaggio itinerante, non avevamo chissà quale dimestichezza con la città, per cui rischiavamo anche di perderci) ^^
Delle bevande strane non mi sono fidata, ho bevuto sempre e solo tè e acqua XD
Quei delfini sono assurdi XD
@Acalia: bello sobrio, eh? XD
No, io devo provare tutto (tranne a mangiare insetti).
@Marco: secondo me quando hanno deciso di fare una cosa del genere avevano fumato il narghilè tutta la notte.
Leggendo "più glitter" non ho potuto fare a meno di pensare che magari, se all'epoca fossero esistite le Barbie, il sultano le avrebbe collezionate! xD
Eheheh! Le babbucce da chirurgo fanno un po' ridere ma alla fine i pavimenti del palazzo sembrano perfetti!
@Nyu: ne sono sicura XD
@Clyo: infatti! Dovrei adottarle in casa mia XD
Ho visitato moschee bellissime, ma l'accesso vero e proprio è riservato solo gli uomini. Le donne (e quindi anch'io) hanno un'ingresso separato d cui si accede ad un sorta di nicchia in cui vedi l'interno della moschea solo attraverso delle fessure nelle pareti.
Il palazzo è una meraviglia!
I delfini li avevo visti quando li hai postati su Instagram, troppo forti ^_^
@Ciccola: che peccato, per fortuna in Turchia questo problema non c'è.
I turchi sembrano avere un senso del pacchiano molto vicino al mio gusto XD
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